La pecora Dolly, fu la prima clonazione e ora tocca anche al settore vitivinicolo.
La startup Ava Winery di San Francisco è al lavoro su un clone sintetico del nostro Moscato d’Asti e del celebre Champagne “Champagne Dom Pérignon”.
Ava Winery avrebbe iniziato a produrre vini sintetici, con la realizzazione della bevanda per eccellenza delle nostra tavole senza l’utilizzo di un solo chicco d’uva. Il costo risulterebbe più basso, a discapito però delle innumerevoli proprietà organolettiche del prodotto finito fatto “tradizionalmente” con l’uva.
La produzione a ben vedere non è semplice, in quanto utilizza una serie di procedure analitiche ad elevata complessità come ripartire dei componenti di una miscela in diverse fasi di cui è costituita (Gas–cromatografia). Con essa è possibile l’analisi di campioni gassosi, liquidi o solidi. A questa tecnica separativa se ne aggiunge un’altra, la spettrometria di massa. La spettrometria di massa è una tecnica analitica applicata sia per l’identificazione di sostanze sconosciute, sia per l’analisi di tracce di sostanze.
Le molecole che determinano l’aroma e il gusto di ognuna delle qualità di vino sono state catalogate e quantificate e combinando a dovere i vari aromi con le giuste quantità di acqua e alcol etilico, i fondatori di Ava Winery sono arrivati a produrre una copia sufficientemente fedele del nostro Moscato d’Asti.
Qualche anno fa, mentre, all’Imperial College di Londra lo psichiatra neuro farmacologo e consulente governativo David Nutt, promuoveva la causa del vino de-alcolato basato sulle benzodiazepine, l’alcol sintetico agisce sul sistema nervoso regalando le stesse sensazioni di benessere e relax dell’alcol tradizionale.
La sua azione però non si estende al sistema motorio ed i suoi effetti non generano pericolosa dipendenza.
CALABRESE Michele
Sitografia e Bibliografia:
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