Riportiamo questa toccante riflessione di uno studente del corso di laurea in infermieristica apparsa all’interno di un post nel forum di Infermieriattivi:
“Ho voglia di fare questo post, devo sfogarmi da qualche parte… per essere stato preso in giro.
Ormai sono alla fine del terzo anno, ma andrò fuoricorso di un anno perchè ho perso troppe ore di tirocinio.
E la cosa peggiore è che mi sto laureando per qualcosa che non mi piace… non più.
Perchè sono stato preso in giro, riempito di frottole fin dal primo giorno di lezione.
Quelle prime lezioni quando dicevano che l’infermiere è un professionista sanitario a tutti gli effetti, la cui parola conta qualcosa.
Un professionista sanitario che può specializzarsi come tutti gli altri.
Evidentemente inizialmente queste stronzate mi hanno fomentato, se qualcuno dice le cavolate a chi ignora i contenuti di questa disgraziata professione qualcuno potrebbe convincersi.
Tutte scemenze.
Mi sono confrontato con l’amara verità in cui l’infermiere è l’operaio del sistema sanitario, con la differenza che guadagna meno di un operaio in fabbrica e ha il quadruplo delle responsabilità.
Ho compreso che la parola dell’infermiere conti meno di zero, sia davanti al medico che davanti ad altri professionisti sanitari che dovrebbero essere di pari grado.
Proprio come un operaio, generico l’infermiere non ha un minimo di indirizzo nel lavoro, in quanto un infermiere che per 20 anni ha lavorato in un reparto di cardiologia può essere tranquillamente spostato in un reparto di ginecologia se serve che vada lì.
A nessuno frega che quell’infermiere per tanti anni sia stato in un tipo di reparto e non possa essere sballottolato così, perchè tanto è un operaio.
Mi sento di aver scelto di appartenere ad una categoria priva di identità professionale, sento di non avere un cavolo di ruolo preciso e determinato.
E poi il giro letti…
L’ho odiato dal primo giorno e lo odio tuttora.
Un professionista con LAUREA, non dovrebbe mettersi a rifare i letti.
Possono trovare tutte le scuse del mondo ma con me non attacca, per fare i letti non ci vuole una laurea.
Prima di iniziare il percorso ero una delle rare (ma proprio rare) persone ad avere una buona immagine dell’infermiere.
Quando qualcuno mi diceva “sono infermiere” io rispondevo “wow..” e lo riempivo di domande..
Ovviamente quest’immagine si è totalmente stravolta.
Posso dire che se l’infermiere facesse realmente quello per cui ha studiato, quindi rimuovendo il giro letti che dovrebbe essere la mansione apposita degli oss (sennò che cavolo ce le abbiamo a fare queste figure?), non sarebbe tanto male come lavoro.
Chiariamo non sarebbe interessante comunque… ma almeno passabile… un lavoro da operaio come un altro.
Cresciuto anche nelle illusioni delle belle parole dell’università…”infermiere di famiglia… infermiere specialista… laurea di secondo livello”…
Quante scemenze…
Vorrei poter tornare al passato solo per dire a me stesso “non fare questo percorso… fanne un altro qualunque ma non questo… ti prego”...
Ma non si può rimediare ai danni…
E ora mi ritrovo ad avere perso 4 anni in un percorso che neanche vorrei proseguire, soprattutto come lavoro.
Diventerà il mio lavoro secondario… quando mi chiameranno per fare qualche puntura e cose simili… racimolare qualche soldo extra non mi dispiace.
Ma dubito che possa diventare mai il mio lavoro primario…
Potrebbe diventarlo se cambiassero le cose e l’infermiere diventasse realmente infermiere e basta, non tuttofare della sanità.
Ma sappiamo che questa è solo una mera illusione.
Scrivo questo post di sfogo…
Vorrei averlo letto io qualche anno fa… magari mi sarei risparmiato sta stronzata che ho fatto…
A volte mi vengono gli attacchi di nervoso/ansia quando mi rendo conto di come sono stato preso per il culo.
Vedo alcuni colleghi che non si fanno problemi… sembra che per loro sia normale che un laureato faccia il giro letti.
Forse mentono a loro stessi come meccanismo di difesa per non ammettere di aver fatto una scelta sbagliata.
Ho svolto i più disparati mestieri quindi so bene che questo non è un lavoro da laureato.
Sfrutterò questi 4 anni buttati per qualcos’altro.
Proverò a diventare nutrizionista sfruttando questa “laurea” (con quali aspettative di lavoro però?) e proverò concorsi per stifiate altre professioni sanitarie.
Probabilmente qualcuno sarà contrario a queste mie parole… non mi interessa… io la vedo così.
Quanto odio questo lavoro.
Ormai ho fatto troppo non posso fermarmi, e per un altro anno e mezzo sono bloccato così.
Uno studente.
Una testimonianza che deve far riflettere ogni infermiere ed ogni studente che intende frequentare in futuro il corso di laurea in infermieristica.
Simone Gussoni
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