Una legge fortemente voluta dal governo di Juan Manuel Santos, “obbliga” i cittadini colombiani a donare i propri organi dopo la morte. E ciò a meno che non abbiano esplicitato il proprio parere contrario in vita. Il punto di vista dei familiari non conta.
Il Parlamento di Bogotà, nella riforma “presunzione legale di donazione di organi”, ha deciso che tutti i cittadini colombiani, alla loro morte, sono automaticamente donatori di organi. E questo a meno che non abbiano espresso parere contrario quando erano in vita. Una sorta di “silenzio-assenso” , in cui i familiari della persona deceduta non hanno alcun potere decisionale ed in contrasto con il resto del mondo, dove è necessaria l’esplicita espressione del cittadino a proposito della propria volontà di donare.
Questo “progetto profondamente umanista”, come lo definisce il deputato parlamentare Rodrigo Lara Restrepo, è stato fortemente voluto dal governo di Juan Manuel Santos in quanto, come spiega lo stesso Restrepo al quotidiano El Periodico, circa 2mila pazienti colombiani sono ancora in attesa di un trapianto d’organo e nel 2015 solo 195 persone si sono iscritte alle liste di donatori volontari. Secondo i numeri sbandierati dal politico, per ogni donatore ci sono 22 persone in lista d’attesa e ciò ha fatto sì che solo il 2% dei pazienti in attesa abbia ricevuto il tanto sognato organo vitale.
Una legge che, come conclude Restrepo, vuole rappresentare un “un progetto che salva la vita e permette molte persone ad avere una qualità di vita decente”… “Vogliamo alleviare la situazione di coloro che sono disperati e aggrappati alla vita, cercando di trovare un organo”.
Fonti: El Periodico, Corriere della Sera
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