Ha solo 13 mesi di vita e un tumore l’ha paralizzata dalla vita in giù. Ma la piccola Eva, questo il suo nome, ora può correre e giocare cogli altri bimbi grazie a una piccola sedia a rotelle costruita dal papà.
Aveva solo 4 mesi la piccola Evelyn Moore, detta Eva, quando un infermiere notò un movimento eccessivo delle sue anche. Allertò così il medico, che si accorse di uno strano nodulo che sporgeva dalla spina dorsale.
Di lì a breve, così piccina, le fu diagnosticato un cancro. Ed era un tumore che, purtroppo, non poteva essere rimosso. Così, la piccola Eva, subì otto cicli di chemioterapia al termine dei quali sembrava davvero che la massa stesse regredendo.
Poi, però, per la sua famiglia che vive a Edmonton, in Canada, arrivò una notizia tanto triste: il midollo spinale era ormai compromesso e Eva non avrebbe più potuto camminare. “Una notizia straziante”, come la definisce la mamma. Che continua: “ma poi si va a casa e piangi e il giorno successivo devi essere la mamma più forte del mondo”.
Altresì i medici dissero che, vista la tenera età della bimba, ancora non era possibile farla “muovere” su una sedia a rotelle e che, per il momento, anziché gattonare, la piccina avrebbe potuto “strisciare” aiutandosi con le braccia. E questo almeno fino al compimento del secondo anno di età, quando sarebbe poi stato possibile aiutarla con una carrozzella.
Ma i genitori , con un groppo in gola e desiderosi di vedere la loro figlioletta più indipendente sin da subito ed in grado di giocare cogli altri bambini, diedero libero sfogo alla loro immaginazione. E così, papà Brad, dopo aver scandagliato il web alla ricerca di presidi e/o idee, acquistò con soli 100 dollari del materiale e… dopo un’intera notte passata in garage a lavorare, da una sedia Bumbo per bambini, un tagliere da cucina, due ruote da bici e altre due piccole ruotine, realizzò un fiammante seggiolino a rotelle.
Presentato a Eva come un nuovo gioco, la bambina ci ha messo molto poco a capire il funzionamento di quell’attraente e pittoresco aggeggio: “Prima è andata all’indietro poi avanti e infine ha capito come girare. Così, come gli altri bambini imparano a gattonare, lei ha imparato a usare le ruote. E adesso sfreccia in casa dal soggiorno alla cucina: lei va solo velocissima!”, racconta mamma Kim.
Quindi… con forza, coraggio e tanti sorrisi, Evelyn Moore è la bimba più piccola in grado di muoversi su una sedia, o meglio, su un seggiolino a rotelle. Ora anche lei può correre libera per quel piccolo parco giochi al coperto, dove i suoi amichetti si divertono a correre con le loro macchinine e i loro tricicli. Parco che, fino a pochissimo tempo fa, Eva era costretta a guardare dall’esterno, per ore, divertita nel vedere gli altri bambini che scorrazzavano felici, ma impossibilitata a giocare con loro.
Queste le parole del dottor Bev Wilson, l’oncologo pediatrico che l’ha avuta in cura: “Questa sedia speciale le ha permesso di esplorare il suo ambiente. La forza di volontà che ha, e come si è adattata alla sua situazione, è qualcosa che non mi sarei mai aspettato. I genitori vogliono che lei cresca sapendo che può fare qualsiasi cosa. Nulla può fermarla”.
In bocca al lupo, inarrestabile Eva. Esempio cristallino di come, per stimolare quella cascata di eventi che favoriscono l’adattamento ad una particolare condizione di difficoltà, a volte servano semplicemente una buona dose di empatia, coraggio e… un’idea.
Immagine: Jason Franson/The Canadian Press
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