13 Settembre 2016, Va Giornata Mondiale sulla Sepsi
La sepsi è una patologia grave, conosciuta anche come setticemia, che può portare a morte se non diagnosticata precocemente. Tom Frieden, Direttore del Centro per la Prevenzione ed il Controllo delle malattie infettive, (CDC) di Atlanta (Usa), in un video rilasciato in queste ultime settimane, ci ricorda il perché è importante parlare di sepsi e cosa fare per aumentarne la conoscenza e la consapevolezza: “La sepsi – afferma – è la risposta travolgente dell’organismo ad un’infezione e può colpire chiunque, in ogni momento e scaturire da una qualsiasi infezione. La metà delle persone colpite possono morire se medici ed infermieri non ne riconoscono prontamente i segni”.
In un recente rapporto, sempre del CDC, Vital Signs: “Making Health Care Safer, think sepsis, time matters” (“Rendi le cure sanitarie sicure, pensa alla sepsi, il tempo conta”), si afferma che ben 7 su 10 pazienti colpiti da sepsi avevano già fatto ricorso a trattamenti medici a causa di malattie croniche o a cure sanitarie, per via di recenti ospedalizzazioni.
Come facile intuire quindi, l’esordio di ben l’80% delle sepsi ha inizio al di fuori dell’ospedale. Alcune persone più di altre hanno la probabilità di ammalarsi di sepsi, ed in particolare le persone che abbiano superato i 65 anni di età ed i neonati al di sotto dell’anno e coloro che hanno un sistema immunitario compromesso o malattie croniche (come il diabete, ad esempio).
I segni ed i sintomi della sepsi includono brividi scuotenti, febbre alta o sensazione di freddo estremo, dolore e/o disagio, cute umida e sudata, confusione e disorientamento, tachicardia e tachipnea.
Secondo il Report del CDC, le polmoniti, le infezioni del tratto urinario, le infezioni cutanee ed intestinali possono portare a Sepsi. Tuttavia non sempre è possibile identificare l’agente patogeno, sebbene nella maggior parte dei casi i germi identificati siano Escherichia Coli, Stafilococco aureo ed alcuni tipi di Streptococco.
Gli operatori sanitari (medici ed infermieri) giocano un ruolo fondamentale nel proteggere i pazienti dalle infezioni che possono portare a Sepsi e nel riconoscerne prontamente i segni.
Gli operatori sanitari possono:
- Prevenire le infezioni, seguendo le buone pratiche come il lavaggio delle mani e assicurandosi che i propri pazienti ricevano le giuste vaccinazioni, si pensi nella stagione invernale al vaccino anti-influenzale;
- Educare i pazienti ed i loro familiari. Stressare il concetto che la prevenzione è l’arma più potente per prevenire la Sepsi, soprattutto quando si ha una malattia cronica ed educarli a riconoscere precocemente segni e sintomi;
- Pensare alla Sepsi. Conoscere segni e sintomi permette di identificare e trattare precocemente i pazienti;
- Agire velocemente. Se vi è il sospetto di sepsi bisogna immediatamente fare delle indagini che confermino la presenza di un’infezione e cominciare il trattamento con antibiotici ed altri farmaci;
- Ricontrollare le condizioni del paziente. Inoltre rivalutare la terapia antibiotica dopo 24-48 ore e modificarla se necessario. Assicurarsi per finire dell’appropriatezza prescrittiva.
Istituzioni, operatori sanitari, pazienti e loro familiari possono, ognuno per le proprie attribuzioni e con le specifiche competenze avere un ruolo attivo nel promuovere la conoscenza di questa drammatica patologia che è la Sepsi, il tutto con lo scopo di prevenire quanti più decessi possibili.
Il 13 Settembre prossimo sarà la giornata internazionale della Sepsi, e nei giorni precedenti dell’8 e del 9 Settembre sarà possibile per chiunque desideri saperne di più su quest’argomento, assistere gratuitamente al 1st Worls Sepsis Congress, andando al seguente sito: www.worldsepsiscongress.org.
Rosaria Palermo
Fonti e Foto
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