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Cardiotossicità e Macrolidi: lo studio

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I Macrolidi, (eritromicina, fluritromicina, oleandomicina, spiramicina, avermectine claritromicina, azitromicina) sono una classe di antibiotici lipofili, con carattere basico, peso molecolare elevato con spettro d’azione medio e una attività prevalente sui gram-positivi. Sono dei batteriostatici.

Gli effetti avversi dell’utilizzo della terapia sono proporzionali ai tempi di esposizione e al dosaggio. Tali eventi indesiderati si verificano a livello del tratto gastro-intestinale, a livello della funzione uditiva, a livello epatico e a livello cardiaco.

A livello del cuore gli effetti che si apprezzano sono le aritmie, con possibilità di tachicardia ventricolare  e prolungamento dell’intervallo QT.

Il tratto QT è contemplato dall’inizio del complesso QRS fino al termine dell’onda T.

Tale tratto esprime il tempo necessario al miocardio ventricolare per depolarizzarsi e ri-polarizzarsi.

Quando si devono trattare infezioni del tratto respiratorio i macrolidi rappresentano in taluni casi il gold-standard terapeutico.

Nel 2010 negli Stati Uniti sono stati prescritti 57,4 milioni di macrolidi (nel caso particolare azitromicina- Hicks 2013– ).

Si è appurato che l’uso di azitromicina può portare ad aritmie ventricolari fatali.

Uno studio osservazionale del 2012 pubblicato sul New England Journal of Medicine ha evidenziato un’associazione tra uso azitromicina e alto tasso di morte cardiovascolare. Ciò ha indotto la Food and Drug Administration a rilasciare avvertimenti circa l’uso di azitromicina e potenziale prolungamento del QT e aritmie ventricolari fatali.

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Uno studio di coorte retrospettivo ha messo a confronto i pazienti anziani ospedalizzati con polmonite che sono stati trattati con azitromicina: a confronto con coloro che hanno ricevuto altre linee guida in riferimento alla somministrazione di antibiotici appropriati, questi ultimi hanno mostrato un minor rischio di mortalità a 90 giorni; rispetto al gruppo trattato con azitromicina.

In definitiva tra i farmaci non cardiovascolari che possono causare un allungamento del tratto QT all’elettrocardiogramma gli antibiotici ricoprono un ruolo rilevante. Il loro consumo è aumentato significativamente in Italia (passando da 4,1 milioni del 1998 a 6,5 nel 2005, tenendo presente per esempio che in Svezia i dati per i medesimi periodi erano 1,3 e 1,2 rispettivamente). Se si analizzano poi i dati specifici per singolo farmaco emerge che il più usato tra quelli a rischio era la claritromicina.

Nonostante le avvertenze dei possibili rischi l’uso di queste molecole è ancora ampio, specie per alcune. Ciò è vero ancor più in Italia rispetto agli altri paesi europei tanto da suggerire un’analisi separata dei dati per capire se l’appropria­tezza prescrittiva nel nostro paese è rispettata e se c’è conoscenza tra i prescrittori del rischio di aritmie.

CALABRESE Michele

Sitografia e Bibliografia:

 

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