Il signor Paolo Giuliano, 67enne della provincia di Nuoro, cadde accidentalmente durante una radiografia di routine e morì qualche giorno dopo. Secondo l’accusa, la responsabilità di quanto accaduto sarebbe di una infermiera, coordinatore del reparto, che non diede disposizioni precise sull’accompagnamento del paziente presso la radiologia.
Era il 22 maggio 2014 quando al signor Paolo Giuliano, ex maresciallo dei carabinieri di 67 anni residente a Cala Gonone, una semplice radiografia costò la vita. Era ricoverato all’ospedale San Francesco di Nuoro a causa di diversi problemi di salute e gli erano state prescritte diverse indagini diagnostiche, tra cui quella “maledetta” radiografia di routine; durante la quale, purtroppo, si è verificata una caduta le cui complicanze, nel giro di pochi giorni, uccisero lo sventurato paziente.
Le responsabilità dell’accaduto? Sarebbero state individuate nelle omissioni di una infermiera, Maria Muggianu, 55enne di Nuoro, coordinatore infermieristico, che avrebbero determinato la rovinosa caduta del signor Giuliano. Questo è almeno quello che dichiara l’accusa, nell’inchiesta approdata alla sua fase finale in queste settimane e che a metà novembre arriverà davanti al gup per la prima udienza preliminare.
Nell’avviso di chiusura dell’indagine, secondo il sostituto procuratore Giorgio Bocciarelli “il tecnico di radiologia faceva eseguire a Giuliano Paolo in posizione eretta l’esame radiografico nel corso del quale il paziente cadeva a terra sbattendo la testa su di un tavolo e riportando lesioni che determinavano il decesso (o comunque lo acceleravano aggravandone le condizioni) in data 22 maggio 2014, ovvero a distanza di soli tre giorni dall’ingresso in ospedale”.
Cosa c’entra l’infermiera, quindi? Beh… l’accusa ha specificato che il paziente non era assolutamente in grado di reggersi in piedi e che quindi la professionista sanitaria, responsabile dell’assistenza, avrebbe dovuto dare precise disposizioni sull’accompagnamento di Giuliano nel reparto di radiologia. Cosa che, purtroppo, avrebbe dimenticato di fare.
La caposala, “non tenendo conto del valore pari a 5 riportato nella scheda rischi cadute del paziente, ometteva di dare specifiche disposizioni per l’accompagno del paziente presso i laboratori di radiologia”. E questa grave omissione, secondo l’accusa, avrebbe fatto sì che il tecnico di radiologia facesse “eseguire a Giuliano in posizione eretta l’esame radiografico. Così si legge nell’avviso di chiusura delle indagini.
E ancora: “In qualità di caposala in servizio presso il reparto di Medicina dell’ospedale San Francesco di Nuoro, e come tale titolare di specifica posizione di garanzia nei confronti dei pazienti, per imperizia nell’esercizio della professione infermieristica, cagionava o comunque accelerava, aggravandone le condizioni, la morte di Giuliano Paolo, paziente per il quale risultava, nella scheda valutazione rischi cadute redatta dallo stesso ospedale, un valore pari a 5, classificato nella scala di Conley come rischio caduta medio”.
La collega è stata iscritta nel registro degli indagati ed il reato che le viene contestato dalla Procura è quello di omicidio colposo.
Fonte: La Nuova Sardegna
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