Esimia redazione de La Repubblica,
scrivo in merito alla vostra risposta alle proteste sollevate dalla definizione “Infermieri-badanti” (VEDI). Non dovrei essere io ad insegnarVi che, nella vostra professione, le parole sono importanti.
Esimio giornalista, Lei si domanda perché gli infermieri si siano risentiti della Sua definizione “accattivante”. Il motivo è lo stesso per cui Lei avrebbe tutte le ragioni di offendersi se io la definissi “blogger” o “pennivendolo”.
Le pare la stessa cosa, essere definito “blogger” invece di Giornalista? Il termine badante è associato all’inglese “care giver” ed è sinonimo stretto di “non professionista”. Il care giver è qualcuno, un familiare oppure anche un aiuto pagato, che pur non essendo un professionista della salute, si “prende cura” di un’altra persona. L’infermieristica è l’Arte e la Scienza del prendersi cura.
Chiamare “badante” un infermiere significa letteralmente chiamarlo “dilettante”, né più né meno.
Il termine inglese per gli Infermieri di Comunità è “District Nurse”. Non esiste un “Care giver Nurse” in inglese.
Esistono “nurse in charge” di pazienti. Infermieri “responsabili” di pazienti.
Un professionista delle parole dovrebbe fare attenzioni all’esattezza delle definizioni, non a quanto queste siano “accattivanti”. Ci tengo inoltre a ricordarle che dal 1999 la figura dell’Infermiere professionale è svanita.
Non siamo “professionali”, siamo professionisti.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Erika Nelli
Staff NurseTimes
La risposta del giornale alle vibranti proteste degli infermieri italiani
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