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Case di riposo: 1 infermiere assiste 47 ospiti. Livelli di assistenza adeguati?

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Case di riposo: 1 infermiere assiste 47 ospiti. Livelli di assistenza adeguati?
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Case di riposo spesso al centro di numerose polemiche…secondo un sondaggio lanciato da Nurse Times, 1 infermiere assiste in media 47 ospiti. L’infermiere lavora in sicurezza? Il livello di assistenza che viene erogato è accettabile?

L’infermiere in casa di riposo è una figura di riferimento, in quanto esperto in assistenza all’anziano e alla persona non autosufficiente.

Lavora in collaborazione con il medico (non sempre è garantita la presenza H24 del medico) ed è supportato da diverse figure del settore sanitario: OSS ed ausiliari.

Nurse Times il giorno 8 gennaio c.a. ha lanciato un sondaggio (attivo) sul gruppo Facebook INFERMIERE PROFESSIONISTA DELLA SALUTE (gruppo Facebook con il maggior numero di iscritti di interesse infermieristico/sanitario Italiano) in cui veniva chiesto quale fosse il rapporto tra infermiere/ospiti nelle RSA, RSSA o similari, e se tale rapporto fosse sostenibile, indicandolo numericamente, scegliendo tra diverse opzioni.

Hanno partecipato al sondaggio (dato aggiornato al 18/01/2017) 120 infermieri.

Il sondaggio ha fatto emergere un valore significativo, nelle case di riposo italiane il rapporto tra infermieri ed ospiti si aggira attorno ad 1 infermiere per 47 ospiti.

Secondo i dati raccolti, il rapporto infermieri/ospiti prevalente è 1 a 30, tuttavia raggiungono livelli elevati anche rapporti 1 a 60, 1 a 70 ospiti.

Livelli sicuramente non adeguati per garantire l’assistenza ad ospiti non autosufficienti e con patologie importanti legate alla cronicità.

L’OSS sicuramente svolge un ruolo fondamentale nel garantire una vita dignitosa ed un’assistenza centrata sulla persona, ma i livelli di presenza dell’infermiere non possono essere nell’ordine di 1 infermiere per 60 o 70 ospiti, ovviamente si rimanda ai valori previsti nelle leggi regionali di accreditamento delle strutture sanitarie.

Tuttavia le ricerche internazionali parlano chiaro, per cui la giusta dotazione organica di personale infermieristico migliora sicuramente le prospettive di vita, non preclude la sicurezza degli ospiti e sicuramente favorisce il benessere assistenziale, in un settore in cui i modelli organizzativi, non sono sempre efficaci e spesso vengono ignorati.

E’ difficile pensare all’infermiere che nella sua giornata lavorativa di 8 ore giornaliere, riesca a valutare tutti i bisogni del singolo ospite considerando l’elevato numero di ospiti.

Sicuramente questo nostro focus su un settore assistenziale complesso e variegato, a volte poco seguito e ancor meno oggetto di controllo da parte delle istituzioni, farà emergere situazioni ed organizzazioni diverse nel panorama italiano…riportateci la vostra esperienza scrivendoci a [email protected]

Francesco Molinari

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