Un infermiere calabrese ha subito un sequestro di beni di provenienza illecita per circa 6 milioni di euro ed è stato accusato di essere affiliato ad una nota cosca calabrese. ‘Ndrangheta, quindi. Ma… nonostante i mirabolanti “titoloni” sbattuti in prima pagina da diverse testate, trattasi veramente di un infermiere…?
Ci risiamo. Sono passati solo pochi giorni dal mio articolo “E intanto i media continuano a confondere i cittadini sulla figura infermieristica” (VEDI) che, per la nostra martoriata e sbeffeggiata professione, arriva un’altra tegola.
Una brutta notizia (l’ennesima) che dimostra, purtroppo, come la polemica lettera della Dott.ssa Mangiacavalli (presidente FNC Ipasvi), scritta lo scorso anno all’indirizzo del Ministro della Salute Lorenzin e del Presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, sia servita a ben poco.
L’obiettivo della presidente era quello di richiedere un intervento deciso per impedire che notizie non corrette sulla professione infermieristica e attribuzioni inesatte agli infermieri potessero minare alla base la professione e soprattutto la credibilità e l’identità che questa ha nei confronti dei cittadini.
Eppure… all’ordine del giorno, con estrema facilità, il nome dell’Infermiere continua a riempire i “titoloni” dei quotidiani italiani; per notizie e situazioni che sempre più spesso non hanno nulla a che vedere con la professione infermieristica. E anche stavolta, relativamente alla vicenda che sto per raccontare… i dubbi sono molti.
È di questi giorni la notizia che un infermiere calabrese di nome Annunziato Iamonte, 59enne di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria), si sarebbe trovato al centro di una situazione veramente poco edificante, sia a livello personale sia professionale: un sequestro da parte della Dia di Reggio Calabria di beni per circa sei milioni di euro (70 tra fabbricati, appartamenti, cantine e locali, 15 ettari di terreno coltivato, un’auto e rapporti finanziari). Beni di provenienza illecita. Malavita. ‘Ndrangheta.
Il provvedimento, emesso dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione, è scaturito dalle indagini condotte sull’intera situazione patrimoniale dell’uomo, da cui sarebbe emersa un’evidente sproporzione tra redditi dichiarati, investimenti effettuati e… una contiguità alla cosca Iamonte, desunta dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Filippo Barreca e Rocco Nasone.
Notizia triste, in grado di indignare ogni brava persona e ogni professionista di buona volontà; in nome di quel “saper essere” tanto osannato nel corso di Laurea in Infermieristica e nelle vecchie Scuole Infermieri. Caratteristica che dovrebbe pervadere ogni infermiere che si rispetti.
Qual è il problema vero della news? È che su molte testate giornalistiche nazionali e locali, il nome di “infermiere” associato ad “’Ndrangheta” ha fatto sì che venissero partoriti diversi bei “titoloni”, di quelli che ti fanno fare subito “click” sul pezzo, che ti fanno ricordare tutti gli altri (veri o presunti tali) episodi che sono stati associati dai media alla categoria (killer, ladri, ‘tagliatori di dita’, violentatori di anziani, ecc.) e che ti fanno gridare alla malasanità per il più futile e risolvibile dei problemi.
Mi si potrebbe dire che sono un inguaribile permaloso, che se la realtà dei fatti è quella descritta dalle testate è inevitabile che vengano pensati titoli di quel tipo… e che noi infermieri dovremmo smetterla di piangerci addosso, di lamentarci e di protestare ad ogni “notizia” che ci riguarda. Giusto. Sacrosanto.
Ma… i giornalisti autori dei pezzi dai mirabolanti titoli in stile “Infermieri & ‘Ndrangheta, binomio vincente”, avranno verificato se il sig. Iamonte sia davvero un infermiere? Perché, altrimenti, sbattere in prima pagina il nome di una intera categoria di professionisti e associarla ad una associazione a delinquere?
Io l’ho fatto subito, al primo “Titolone” che mi è apparso sul web. E la realtà dei fatti dice questo:
Esatto. Il signor Iamonte Annunziato, non risulta essere iscritto all’Albo. Quindi o è un ex infermiere che per qualsivoglia motivo non esercita più (e non può più farlo, senza iscrizione), o è un infermiere generico (che non è un infermiere), o è un Operatore Socio Sanitario o è altro. NON UN INFERMIERE!!!
Logicamente, qualora qualcuno abbia voglia di illuminarci con altre informazioni (attendibili) a proposito di quest’altra insensata parentesi relativa al rapporto non idilliaco tra media ed infermieri italiani… noi siamo qui.
Fonti notizia: ANSA, ASKANEWS, L’Unione Sarda, RaiNews, Sì24, Gazzetta del Sud, La Prima Pagina,
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