L’Oss svolge un lavoro usurante, l’Infermiere no. L’emendamento che estenderebbe il riconoscimento anche agli Infermieri pare essere finito nel dimenticatoio.
La Professione Infermieristica rientra nel disposto dell’art. 2229 del Codice Civile come Professione Intellettuale (tutte quelle professioni per l’esercizio delle quali sia necessaria l’iscrizione in un apposito albo professionale).
Potrebbe essere questa la motivazione che spinga il legislatore all’esclusione dell’Infermiere dalla categoria dei lavoratori usurati?
Facendo visita nella maggior parte delle corsie italiane faremmo sicuramente fatica a considerare l’infermiere come un intellettuale: vedere persone vestite di bianco (generalmente Infermieri e Oss) trascinare sacchetti della spazzatura, servire la colazione, andare in ogni camera a cambiare le lenzuola sporche rende davvero poco l’idea consentendo agli utenti di immagianare l’infermiere come uno sguattero sanitario o poco più.
Ma il legislatore ci ricorda che non sia così, almeno sulla carta. Di fatto la maggior parte degli Infermieri della vecchia generazione e della nuova generazione ama la manovalanza e la giustifica utilizzando le scuse più strampalate:
“Rifare i letti permette di valutare la cute del paziente” e ancora “Cambiare il pannolone ad una persona permette di stabilire un rapporto empatico” fino all’immancabile “Vorrei vedere se ci fosse un tuo caro ricoverato“.
La proposta presentata dall’On. Patrizia Maestri nel mese di febbraio 2016 alla undicesima Commissione Lavoro Pubblico non ha superato il rinvio e l’iter parlamentare si è interrotto, fermandosi alla risoluzione n° 07/00934.
Qualora venissero riconosciute le mansioni usuranti agli Infermieri, gli stessi potrebbero avere i requisiti di accesso facilitati per la pensione, oltre ad un maggior riconoscimento professionale, ma solo se il provvedimento di estensione dovesse fare il suo corso e venire approvato.
Vediamo di seguito in cosa consista la categoria di lavoro usurante e perché solo gli OSS ne fanno parte.
L’emendamento esclude gli infermieri per altre ragioni:
- gli OSS sarebbero costretti a condizioni lavorative più dure: l’ambiente di lavoro richiede molta più forza fisica, concentrazione, prontezza di riflessi e l’esposizione allo stress psicologico sarebbe maggiore.
- gli OSS, al contrario degli Infermieri, avrebbero prospettive di crescita praticamente nulle. Considerata la crisi occupazionale, che a quanto pare non riguarderebbe gli Infermieri secondo il deputato, il beneficio dell’etichetta di lavoro usurante compenserebbe le negatività.
L’atto sul riconoscimento resta fermo così in commissione e per il momento non ci sarebbero notizie in merito ad ulteriori sviluppi riguardanti la tutela degli Infermieri come lavoratori usuranti, né sul bisogno di una definizione delle mansioni per gli OSS (probabilmente l’unica proposta necessaria dell’emendamento).
Mentre gli Infermieri continuano ad autoconvincersi che sgobbare in reparto sia fondamentale per un motivo o per un altro, gli Operatori Socio Sanitari andranno in pensione a 61 anni e 7 mesi.
I Professionisti Intellettuali Infermieri nati dopo il 1980 invece, pur svolgendo le medesime mansioni senza batter ciglio, andranno in pensione a 74 anni.
Occorre quindi fare il punto della situazione traendo alcune cocclusioni:
- Se l’infermiere intendesse continuare ad essere il manovale di reparto sarebbe necessario inserire anch’esso tra i lavoratori usurati (e probabilmente rimuoverlo dall’elenco dei professionisti intellettuali).
- Se l’infermiere decidesse di evolvere abbandonando la bassa manovalanza sarebbe giusto che rimanesse tra i professionisti intellettuali occorre un’improbabile rivoluzione culturale.
Non è possibile continuare ad essere considerati professionisti intellettuali solo sulla carta ma agire costantemente da manovali, almeno non fino a 74 anni di età.
Simone Gussoni
Fonti: Forexinfo.it
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