Home Cittadino Educazione Sanitaria L’efficacia del primo soccorso: quando la cultura dell’emergenza può fare la differenza
Educazione Sanitaria

L’efficacia del primo soccorso: quando la cultura dell’emergenza può fare la differenza

Condividi
I corsi di primo soccorso: quanto sono efficaci? 2
Condividi

Quando si parla di primo soccorso è opportuno fare una distinzione, ovvero distinguerlo da quello che è il pronto soccorso

Il primo è un aiuto immediato dato da laici che prestano soccorso a coloro che sono stati colpiti improvvisamente da una patologia o sono state vittime di un incidente prima dell’arrivo del personale sanitario con l’obiettivo di mantenere le funzioni vitali affinché non peggiorino ed attivare i soccorsi.

Il secondo, invece, è l’intervento prestato da personale sanitario e comprendente interventi specialistici come la somministrazione di farmaci e l’esecuzione di manovre invasive.

Le prime testimonianze che abbiamo di primo soccorso risalgono già dal XIX secolo quando durante la 2a guerra d’indipendenza il filantropo svizzero Henry Dunant organizzò la popolazione locale di Solferino per aiutare i soldati reduci feriti dalla battaglia con piccoli e semplici interventi ottenendo grandi risultati, tanto che nel 1863 a Givevra fu fondata la Croce Rossa dallo stesso Dunant e da altri 5 membri.

Questo evento ebbe un effetto tale che nel giro di 20 anni, anche in conseguenza della guerra civile americana e dell’impegno portato da Clara Barton, la Croce Rossa prese impiego anche a livello internazionale e negli Stati Uniti d’America. In Italia si sono poi aggiunte la IAL (Istituto Addestramento Lavoratori) nel 1955 e la En.F.A.P. (Ente nazionale Formazione e Addestramento Professionale) nel 1958.

La formazione del primo soccorso comprende diverse aree di intervento e tra le più frequenti vi sono la chiamata dei soccorsi, movimentazione dell’assistito dal luogo dell’incidente, contenimento e trattamento delle emorragie, gestione dei traumi sia di tipo spinale che di tipo muscolo-scheletrico, gestione degli avvelenamenti.

Queste aree di intervento sono regolate e orientate grazie a delle raccomandazioni per la pratica che sono la naturale evoluzione delle linee guida basate sulle evidenze che vengono aggiornate ogni 1-2 anni dall’American Heart Association e dall’ ERC ed European FA Guidelines.

Il primo soccorso si può trovare anche all’interno della nostra legislazione, tanto che l’articolo 593 del codice penale recita che ogni cittadino è tenuto a prestare soccorso alla persona infortunata a prescindere da quella che sia la sua formazione e la mancata segnalazione alle Autorità è considerata omissione di soccorso.

Il primo soccorso si può scoprire anche attraverso il D. Lgs. 81/08 in cui è prevista la formazione dei responsabili di primo soccorso nelle aziende con una frequenza degli aggiornamenti triennale e con gli obiettivi di allertare i sistemi di soccorso e riconoscere le emergenze sanitarie, attuare gli interventi di primo soccorso, conoscere i rischi specifici dell’attività svolta, acquisire conoscenze generali su traumi e patologie specifiche in ambienti di lavoro e acquisire le capacità di intervento pratico.

In letteratura vi sono pochi studi che documentano un’efficacia significativa della formazione per la disomogeneità nei metodi, nei contenuti, nella popolazione e nei contesti sociali a cui si rivolgono ma ciò che va sottolineato è un impoverimento delle conoscenze nel tempo, a prescindere dalla completezza o durata del corso.
In sostanza le migliori conoscenze si evincono quando la formazione è frequentemente aggiornata.

Infatti, uno studio del 2006 in Italia ha sottolineato che nonostante l’85% dei responsabili di primo soccorso avesse sottolineato una globale soddisfazione della formazione ricevuta 1/3 di essi ha comunque evidenziato la necessità di aumentare la frequenza degli aggiornamenti.

Emerge quindi una notevole importanza del primo soccorso: anche pochi e semplici interventi ma giusti nel prestare aiuto fanno una sostanziale differenza negli esiti per la vittima, basti pensare che l’incidenza dei traumi è tale da stimare che 18 persone al minuto necessitino di primo soccorso.

Appare in ultimo ma non meno importante e decisamente formativa l’iniziativa del Ministero dell’Istruzione, dell’Università della Ricerca e il Ministero della Salute in collaborazione con la Società Italiana Sistema 118 la sperimentazione del progetto ”Primo soccorso a scuola” promosso in tredici province dal nord al sud Italia dal prossimo febbraio e con la formazione garantita dagli operatori del 118, dalle società scientifiche e dal volontariato.

Un progetto in realtà già attivato dall’Ordine delle professioni Infermieristiche della BAT (Barletta Andria Trani) che ha avuto un grande successo (VEDI).

La ministra Lorenzin ha sottolineato che La conoscenza delle tecniche del primo soccorso può salvare innumerevoli vite. Portare questa conoscenza all’interno degli istituti scolastici significa sviluppare tra i giovani una cultura del primo soccorso per renderli consapevoli che le proprie capacità e i propri comportamenti possono fare la differenza“.

E’ proprio questo lo scopo principale dei corsi di primo soccorso: l’incremento della sensibilità e della cultura sulla sicurezza e sull’efficacia degli interventi in emergenza possono davvero fare la differenza. Formare piccoli cittadini consapevoli può rappresentare in maniera concreta la possibilità di ridurre il rischio di eventi drammatici nel quotidiano.

 

Anna Arnone

 

Sitografia

www.corriere.it

www.cri.it

 

Condividi

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *