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Di Fresco (A.a.d.i.) contro Legge di Bilancio 2018: Esposto alla Corte dei Conti per danno erariale

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Il presidente dell’Associazione A.D.I. in persona del legale rappresentante pro tempore Dott. Mauro Di Fresco invia alla Procura Regionale Lazio della Corte dei Conti un esposto contro il finanziamento del fondo di “retribuzione Individuale Anzianità” (RIA) riservato ai dirigenti medici, sanitari, veterinari

Il finanziamento del fondo previsto nella legge di Bilancio 2018 appena approvato (in allegato) è pari a 437 milioni di euro e prevede aumenti sul salario accessorio esclusivamente per i dirigenti medici.

CONSIDERATO CHE:

  • La legge di bilancio 2018, in corso di pubblicazione, all’art. 1, co. 435 così stabilisce: 

Al fine di valorizzare il servizio e la presenza presso le strutture del Servizio sanitario nazionale del personale della dirigenza medica, sanitaria e veterinaria e di attenuare gli effetti finanziari correlati alla disposizione di cui all’articolo 23, comma 2, del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75, con riferimento alla retribuzione individuale di anzianità, il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato è incrementato di 30 milioni di euro per l’anno 2019, di 35 milioni di euro per l’anno 2020, di 40 milioni di euro per l’anno 2021, di 43 milioni di euro per l’anno 2022, di 55 milioni di euro per l’anno 2023, di 68 milioni di euro per l’anno 2024, di 80 milioni di euro per l’anno 2025 e di 86 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2026. Le risorse di cui al primo periodo sono destinate a incrementare i Fondi contrattuali per il trattamento economico accessorio della dirigenza medica, sanitaria e veterinaria”.

  • L’incremento complessivo del fondo è pari a 437 milioni di euro ed ha due finalità: attenuare gli effetti del D.Lgs. 25 maggio 2017 n. 75 e introdurre nuovamente l’abrogato emolumento accessorio denominato “retribuzione individuale di anzianità”.
  • Il D.Lgs. maggio 2017, n. 75 (Riforma Madia), all’art. 23, co. 2, per la parte che qui interessa, recita:
    “Al fine di assicurare la valorizzazione del merito, la qualità dei servizi e garantire adeguati livelli di efficienza, assicurando al contempo l’invarianza della spesa, a decorrere dal 1° gennaio 2017, l’ammontare complessivo delle risorse destinate annualmente al trattamento accessorio del personale, anche di livello dirigenziale, di ciascuna delle amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, non può superare il corrispondente importo determinato per l’anno 2016”.
  • La riforma Madia, quindi, ha stabilito di non aumentare la spesa pubblica vietando di incrementare il salario accessorio degli impiegati pubblici. Invece la legge di stabilità, con un emendamento proposto dall’On. Gelli (guarda caso proprio un medico), ha scavalcato la finalità della tanto paventata riforma Madia esclusivamente a favore dei medici, lasciando il resto del personale sanitario, infermieri in primis, con il vincolo imposto dalla riforma e provocando grave nocumento e discriminazione nei destinatari della riforma Madia che, di fatto, ha salvato esclusivamente i cittadini medici.
  • I medici non sono cittadini intoccabili ai quali non si applicano le leggi che impongono sacrifici a tutti i lavoratori. Anche i medici sono chiamati a partecipare agli stessi disagi economici che la legge assegna a tutti i lavoratori.
  • Con la legge di stabilità che si contesta, i medici si vedranno aumentare i fondi che l’ARAN si troverà a gestire per la futura contrattazione economica 2019, con riguardo allo stipendio accessorio nella voce RIA.
  • La Retribuzione Individuale di Anzianità, ha rilevato, a suo tempo, le classi e scatti maturate fino al momento della stipula del C.C.N.L. dirigenza medica 1994-97, sottoscritto in data 26 novembre 1996. A partire da questa data, però, la voce stipendiale in esame è stata definitivamente congelata, così come era avvenuto precedentemente per l’area contrattuale del comparto (infermieri) in data 31
    dicembre 1990. Infatti l’art. 35 del C.C.N.L. Dirigenza medica 1998-2001 prevede la corresponsione della RIA solo ove acquisita e quindi i nuovi assunti non potranno percepirla visto che è stata congelata. Ma ora, grazie alla legge di stabilità, solo i medici fra tutti i lavoratori della pubblica amministrazione, si ritroveranno nella busta paga un morto risuscitato cioè una retribuzione che è stata definitivamente dismessa per tutti i pubblici impiegati.
  • La norma qui contestata, si palesa francamente incostituzionale e comunque illegittima e ingiusta perché contra legem e palesemente discriminatoria, perché favorisce esclusivamente uno specifico profilo professionale a svantaggio di tutti gli altri.

L’Associazione a.d.i. chiede alla Procura Regionale Laziale della Corte dei Conti di “verificare se la normativa contestata è legittima anche sotto il profilo di spesa pubblica nonché, in via incidentale, dichiarando la non manifesta infondatezza dell’eccezione di incostituzionalità che qui si intende integralmente proposta e trascritta, di procedere sia con riguardo all’ipotetico danno erariale che la S.V. vorrà rilevare, sia trasmettendo gli atti alla Corte Costituzionale per l’esame di legge”.

Redazione NurseTimes

 

Allegato

Legge di Bilancio 2018

Esposto A.a.d.i.

Emendamento RIA

 

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