Si accende il dibattito sul contratto e giusto riconoscimento economico per gli infermieri
In prossimità della firma sul rinnovo del contratto del comparto e quindi degli infermieri si possono apprezzare sui vari social diversi interventi e tentativi di iniziative anche di tipo politico tutte apprezzabili ma che rischiano di perdersi nel calderone del qualunquismo.
Leggo tanta rabbia degli infermieri, alcuni giustificati altri meno.
Proverò a portare al dibattito in atto il mio punto di vista su un argomento che tocca la sensibilità di tutti noi. Stipendio e contratto: due facce della stessa medaglia.
In questa fase storica ognuno deve fare la sua parte, tutti noi siamo chiamati ad essere partecipi al cambiamento, nessuno può sentirsi escluso o dare colpe ad altri.
Le istituzioni, ordine (ipasvi), sindacati e politici sono i principali bersagli di questa rabbia.
Siamo tutti responsabili, in parte, della situazione in cui ci troviamo!
Siamo noi che eleggiamo i nostri rappresentanti che poi presiedono queste istituzioni!
Quindi tornando all’argomento “stipendio e contratto”, tempo fa ho scritto un articolo che richiama le responsabilità politiche dell’aumento del RIA (Retribuzione Individuale di Anzianità) ai soli dirigenti che esclude clamorosamente gli infermieri (VEDI).
Chi ha permesso tutto ciò?
Nei prossimi mesi l’appuntamento con le votazioni politiche, guardate bene chi votare!
I sindacati sono chiamati al rinnovo contrattuale che si preannuncia VERGOGNOSO per tutti gli infermieri!
I sindacati sono finanziati dai lavoratori; se dovessero accettare questa bozza di contratto vi invito a strappare le loro tessere!
L’ordine delle professione infermieristica (ipasvi) non siede sul tavolo delle contrattazioni e deve fare la sua parte, interloquire con le forze politiche e sindacali per arrivare a quel riconoscimento economico sociale che ancora stenta ad arrivare.
Bisogna proporre nuovi modelli organizzativi e chiedere di essere valutati sugli esiti.
Siamo tutti protagonisti del nostro futuro professionale (VEDI).
Siamo tutti chiamati a rispondere e a partecipare!
Tutti gli organi citati sono fondamentali per affermare la nostra professione; il cambiamento deve partire da noi per arrivare nei piani alti.
Vi propongo questo passaggio di Cavicchi tratto da QS (VEDI):
“In primo luogo i coautori e coloro che hanno votato l’art. 4 sono un medico e una infermiera, entrambi parlamentari, ex presidenti di Fnomceo e di Ipasvi, che fanno parte di un schieramento politico, il PD, per il quale, almeno a giudicare dal proprio programma strategico (prendersi cura della persona), non esiste nessuna “questione medica” o “questione infermieristica”, nessun problema di medicina amministrata, di de-finanziamento, nessuna crisi di nessun tipo, quindi nessuna necessità di riformare niente.
Per i nostri due parlamentari la negazione della realtà, non è semplicemente un problema di occultamento dei fatti ma è una scelta politica che si spiega probabilmente per:
- non essere costretti a mettere sul banco degli imputati in primo luogo tutte quelle politiche che in questi anni, direttamente e indirettamente, hanno agito contro le professioni e che loro, da parlamentari, hanno votato regolarmente,
- non ammettere di non avere idee a riguardo, appiattiti, entrambi, su una visione amministrativa della realtà dove non esiste nessuna speranza di cambiamento e dove l’unica strada per chi lavora in sanità è adattarsi alle politiche che il governo impone,
- non riconoscere le proprie responsabilità come professioni per non aver fatto nulla di utile quando avrebbero potuto e dovuto fare e per aver fatto male quello che hanno fatto.
I coautori dell’art. 4 sono la stessa infermiera e lo stesso medico che hanno:
- fatto i codici deontologici a mio avviso i più regressivi della storia delle professioni causando entrambi, nelle proprie professioni, spaccature senza precedenti,
- ridotto la Fnomceo e l’Ipasvi a succursali del governo,
- promosso il comma 566 cioè la più grande idiozia politica che si poteva concepire in sanità,
- promesso mare e monti durante la discussione sulla legge di Bilancio sulla copertura finanziaria degli oneri contrattuali senza concludere praticamente nulla”.
Quanti di noi hanno partecipato alla consultazione pubblica sul codice deontologico?
È arrivato il momento di superare ogni divisione e puntare sugli obiettivi; compattezza e condivisione ma attenzione ai facili proclami e slogan improbabili. Ognuno di noi può essere protagonista del cambiamento.
Inutile cavalcare un movimento che nasconde dietro tutti gli artefici di questo declino
(VEDI).
Giuseppe Papagni
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