Ne ha assaggiato un pezzo soltanto, ma ciò è bastato comunque a ucciderla mentre era in vacanza. Sotto accusa una forma particolarmente virulenta di Escherichia Coli
Era in vacanza a Corfù (Grecia) con la sua famiglia, Natalie Rawnsley, mamma inglese 37enne, quando in un ristorante le fu servito del pollo crudo che lei mangiò senza accorgersene. Poco dopo la donna si recò in bagno e iniziò a vomitare.
Fu visitata da un medico che le diagnosticò una gastroenterite e consigliò al marito e ai figli di starle lontani così da evitare un possibile contagio, ma… Verso sera cominciò anche a sanguinare dalla bocca e dal naso, cosa che allarmò non poco i suoi familiari che decisero di trasportarla con urgenza in ospedale.
Dì lì a breve le sue condizioni di salute precipitarono, come ha raccontato suo marito al Daily Mail: “Verso le 13 del giorno dopo, ho notato che il suo cardiofrequenzimetro si stava indebolendo, così ho urlato per chiamare l’infermiera. Ero con mio cognato. Ci hanno fatto subito uscire dalla stanza, ma dopo circa 5 minuti sono usciti per dirci che non c’era più nulla da fare. Natalie era morta”. A ucciderla una forma assai virulenta di Escherichia Coli, verosimilmente contenuto proprio nel pollo crudo che la donna aveva mangiato.
Ma l’Escherichia Coli non era un batterio “buono”?
Sì. Anzi, “Nì”. Perché ne esistono centinaia di ceppi diversi, molti dei quali innocui e addirittura utili al nostro organismo, ma… Alcuni di essi sono patogeni (o che lo diventano in specifiche condizioni) e possono dare luogo a diversi disturbi (come diarrea e cistiti), fino a diventare particolarmente pericolosi.
Come l’Escherichia Coli sierotipo O157:H7, che può provocare un grave avvelenamento. Il bestiame da allevamento è la sua principale fonte, ma questo tipo di batterio si trova anche in altri animali domestici e nei mammiferi selvatici. Questo ceppo ha causato diverse gravi epidemie negli Stati Uniti e il CDC (rete dei centri per il controllo e la prevenzione delle malattie) stima che ogni anno negli USA si verifichino circa 70.000 casi di infezione.
L’E. Coli O157:H7 è in grado di produrre uno o più tipi di tossina che possono danneggiare seriamente le mucose dell’apparato digerente e i reni: questi tipi di batterio, detti Escherichia Coli produttori di Shiga-tossine (STEC), spesso causano dissenteria (diarrea con tracce di sangue) e possono provocare insufficienza renale, soprattutto nei bambini piccoli o nei pazienti con il sistema immunitario compromesso.
Oltre all’E. Coli O157:H7 ci sono altri ceppi patogeni per l’uomo, per esempio l’Escherichia Coli enteroemorragico, capace di causare gli stessi gravi disturbi.
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