Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del sindacato contenente l’appello del segretario generale Giuseppe Carbone.
“Ci eravamo illusi, sentendo le Sue dichiarazioni di insediamento, che con il ministro Giulia Grillo si aprisse una nuova fase di relazioni sindacali dopo il periodo negativo con il precedente ministro, ma a tutt’ora abbiamo prove del contrario”. Così Giuseppe Carbone, segretario generale della Fials, in una nota odierna al ministro alla Salute, Giulia Grillo.
“Prima del ministro Lorenzin, il ministero della Salute aveva sempre sviluppato una positiva politica di relazioni sindacali sia con le confederazioni sindacali, che con le federazioni di categoria della sanità, e non solo con quelle dei medici. Invece la storia si ripete: l’unico interlocutore sinora del ministero della Salute è il sindacalismo medico e l’unico problema che si pone all’attenzione è la presunta carenza di medici che si profilerebbe con i prossimi pensionamenti. Lungi da noi negare che il problema esiste, ma va correttamente inquadrato per capire dove vi sarebbe carenza, quali soluzioni a breve e a medio termine adottare.
Innanzitutto è bene ricordare che l’attuale consistenza numerica medica è il frutto di quella che la Fnomceo definiva pletora medica e invitava allora i giovani a non iscriversi più ai corsi di laurea in medicina e chirurgia. Ora si grida alla catastrofe, nonostante l’Italia sia tra gli Stati europei con il maggiore rapporto numerico tra medico e cittadino e il peggiore rapporto numerico tra medico e infermiere.
Inoltre il nuovo quadro epidemiologico, caratterizzato da un’espansione della cronicità, quello demografico per la crescita esponenziale degli ultrasettantenni e la nuova strategia che, ridimensionando l’intervento ospedaliero, valorizza e potenzia il sistema delle cure primarie territoriali, dovrebbero mettere al centro non sola la formazione del medico e delle altre professioni sanitarie ancora centrate sulle cure ospedaliere e residuali (quelle distrettuali), ma riconsiderare la scelta di implementare le competenze degli infermieri e delle altre professioni sanitarie, sollevando le professioni mediche da alcune competenze, come positivamente sviluppato in molti Stati e in alcune regioni italiane.
Pensiamo a quale giovamento sia per l’attività dei medici delle cure primarie, come già realizzato in Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia. Un giovamento che per la salute dei malati cronici e degli altri cittadini potrebbe realizzarsi con l’istituzione dell’infermiere di famiglia o di comunità, dell’ambulatorio infermieristico, dello psicologo delle cure primarie, dell’intervento a domicilio o nei distretti delle professioni sanitarie della riabilitazione, oppure valorizzando nei Dipartimenti di Prevenzione il ruolo delle professioni sanitarie della prevenzione.
Per questi motivi l’attivazione dei confronti sull’articolo 22 del Patto per la Salute, avviati dal ministero della Salute con le sole rappresentanze mediche e della dirigenza sanitaria, è quanto mai riduttivo, come politicamente e funzionalmente errato. Se mancheranno (in quale corretta dimensione numerica è da verificare) medici nel prossimo futuro, da ieri mancano nel fabbisogno attivo del Ssn decine di migliaia di infermieri, ostetriche ed altri professionisti sanitari delle aree tecniche, della riabilitazione e della prevenzione nonché di operatori sociosanitari ed assistenti sociali.
Per questo rinnoviamo la richiesta di dar corso a un tavolo di confronto del ministero e delle Regioni con tutti i sindacati rappresentativi del comparto sanità sulle questioni emergenti e di prospettiva di tutto il personale del Ssn, da articolare sia in forma unitaria che in momenti distinti tra dirigenza medica e sanitaria e personale dei c.d. livelli.
Infine si ricorda che nelle corrette scelte strategiche per soddisfare i nuovi e vecchi bisogni di salute hanno la medesima valenza la valorizzazione delle professioni mediche e quella delle altre professioni sanitarie, prevedendo la loro implementazione delle competenze. A tal fine il nuovo Ccnl del Comparto Sanità ha istituito gli incarichi di esperto e di specialista, ma per realizzare quest’ultimo lo Stato è inadempiente dal 1994 con il varo dei nuovi profili, che prevedevano la formazione complementare, e la legge 43/06 che prevedeva i nuovi master specialistici (mai attuato ed incagliato nelle secche dell’Osservatorio delle professioni sanitarie presso il Miur da anni). Ci aspettiamo un Suo rapido intervento per sbloccare questa incresciosa situazione e dar corso, finalmente, alla nuova era degli infermieri e delle altre professioni sanitarie specialistiche, come prevede la legge.
Come, altrettanto, ci aspettiamo un Suo intervento autorevole nella emananda Legge di bilancio 2018 per lo stanziamento delle risorse economiche per il rinnovo del Ccnl 2019-2021 per tutto il personale del Servizio Sanitario Nazionale. Tanto più che il Suo collega ministro Di Maio, in una recente trasmissione su LA7 ha dichiarato: “Gli infermieri guadagnano troppo poco, lavoreremo per dare loro stipendi orgogliosi”. Sicuramente si riferiva anche alle altre professioni sanitarie e operatori tutti della sanità.
Infine, alla vigilia del Consiglio nazionale Fials, che si terrà dal 13 al 15 settembre a Riccione, nonostante le nostre richieste, si persevera, come nel precedente Governo, nel prevedere la sola rappresentanza ordinistica nell’Osservatorio sulla violenza agli operatori sanitari, come fosse una questione deontologica e non di tutela della salute nei posti di lavoro e di organizzazione del lavoro, come è di competenza del sindacato. Per questo Le rinnoviamo la richiesta di prevedere la presenza delle organizzazioni sindacali nelle sedi ministeriali, laddove si affronta tale drammatico e quanto mai attuale problema.
La Fials, sindacato rappresentativo, rimane disponibile a un confronto, ma se l’attesa fosse lunga come lo è stata in questi 100 giorni, non si attenderà più, ma si passerà ad azioni concrete per dare voce agli oltre 600mila professionisti e operatori della sanità, e il Consiglio nazionale Fials, dei prossimi giorni, rimane la sede più appropriata per scelte strategiche”.
Redazione Nurse Times
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