Sviluppato dal Bambino Gesù di Roma, coinvolgerà 100 bambini di tre continenti.
Partirà nel 2019, in tre continenti, il secondo step della sperimentazione del primo vaccino terapeutico pediatrico contro l’Hiv, sviluppato dall’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma in collaborazione con il Karolinska Instituet di Stoccolma. Saranno coinvolti circa 100 bimbi già malati di Aids. L’ospedale della Santa Sede, infatti, capofila del progetto internazionale di ricerca EPIICAL, ha ottenuto un finanziamento dal National Institute of Health americano che consentirà di testare il vaccino in Italia, Thailandia e Sudafrica.
Il vaccino era stato inizialmente sperimentato nel 2013 e si era dimostrato efficace nel tenere sotto controllo il virus sospendendo le terapie antiretrovirali. La nuova sperimentazione segue quindi quella del 2013 dell’Unità operativa di Infettivologia del Bambino Gesù all’interno del Dipartimento pediatrico universitario ospedaliero diretto da Paolo Rossi, in collaborazione con la cattedra di Pediatria dell’Università di Roma Tor Vergata.
La prima sperimentazione aveva riguardato 20 bambini nati infetti per via materna (contagio verticale), un tipo di trasmissione della malattia che interessa il 95% dei nuovi casi pediatrici ogni anno. Ora partirà la sperimentazione su un campione più ampio, che conterà circa 100 bambini con Aids conclamato alla nascita e da subito in trattamento con terapie standard. Ogni anno si contano ancora nel mondo circa 180mila nuove infezioni pediatriche, per un totale di circa 1.800.000 bambini con infezione da Hiv.
Il vaccino terapeutico mira a “educare” il sistema immunitario di una persona con HIV per aiutarlo a reagire contro il virus che lo ha infettato. I vaccini terapeutici si distinguono da quelli profilattici: i primi servono a curare persone già infette, mentre i secondi hanno una funzione preventiva. Non esiste al momento un vaccino profilattico contro l’Hiv.
Abbinato alla terapia antiretrovirale classica, il vaccino terapeutico aveva già ottenuto risultati positivi, determinando il significativo aumento di risposte immunologiche potenzialmente in grado di consentire il controllo della replicazione del virus dell’Hiv. L’obiettivo è arrivare ora a disporre di un vaccino terapeutico che consenta di controllare il virus, riducendo al minimo o eliminando del tutto la somministrazione di farmaci antiretrovoirali, necessari giornalmente al paziente, ma con effetti collaterali tossici.
Redazione Nurse Times
Fonte: Ansa
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