La morte avvenne nel 2015 per le complicanze di una sepsi secondaria a piaga da decubito.
Non avrebbe vigilato sul lavoro degli infermieri, concorrendo così a cagionare la morte di una paziente 77enne. Questa l’accusa rivolta dalla Procura di Teramo a un medico, all’epoca dei fatti responsabile dell’unità operativa di una residenza sanitaria assistenziale della provincia abruzzese. La vittima, affetta da demenza senile, morì nel dicembre del 2015 dopo essere stata trasferita d’urgenza all’ospedale di Atri. Il decesso sarebbe da attribuire alle complicanze di una sepsi secondaria a piaga da decubito di IV grado.
L’inchiesta scaturita dall’episodio ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati del camice bianco e di un’infermiera di origini polacche. A entrambi è contestato di aver messo in atto una serie di condotte negligenti che hanno contribuito a determinare il tragico epilogo.
L’infermiera, in particolare, è accusata di non aver applicato, in quanto caposala, i protocolli e le procedure relative alla prevenzione delle “lesioni da pressione”. Inoltre, non avrebbe provveduto a coordinare i singoli infermieri in modo da assicurare l’igiene e le cure più appropriate all’insorgenza e all’aggravamento delle piaghe. Il dottore, invece, non si sarebbe adoperato “per impedire e vanificare la condotta macroscopicamente colposa del personale infermieristico”. Per lui, nelle scorse ore, il giudice per l’udienza preliminare ha stabilito il rinvio a giudizio per omicidio colposo.
L’apertura del processo è prevista per il prossimo febbraio davanti al giudice monocratico del Tribunale di Teramo. Stralciata, invece, la posizione dell’altra operatrice sanitaria indagata, dichiarata irreperibile.
Redazione Nurse Times
Fonte: www.responsabilecivile.it
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