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Omega 3, provati i benefici per il cuore a rischio

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Omega-3
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Uno studio Usa rivela che gli acidi grassi, aggiunti alla dieta, determinano una riduzione degli eventi cardiovascolari.

Gli acidi grassi omega 3 sono un particolare tipo di grassi poli-insaturi, essenziali per il benessere delle cellule cardiache, nervose e di altri apparati. Proprio per questo sono considerati un aiuto nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, sia in pazienti che hanno già avuto un evento cardiaco sia in pazienti non cardiopatici, ma che hanno fattori di rischio coronarico come il diabete, l’ipertensione o l’ipercolesterolemia.

Oggi gli omega 3 sono utilizzati da chi ha avuto disturbi cardiovascolari, da chi ha fattori di rischio, ma anche da coloro che intendono solo fare prevenzione. L’olio di pesce (acidi grassi omega 3) è anche utilizzato come mezzo per ridurre l’incidenza di malattie croniche o tumori. In realtà, nella letteratura scientifica ci sono solo pochi, e spesso contrastanti, studi che analizza no la reale utilità di queste sostanze nella popolazione normale

Nel gennaio di quest’anno, sulla rivista New England Journal of Medicine, è stata pubblicata una ricerca, a cura del National Institute of Health americano, per valutare se dosi elevate di acidi grassi omega 3, aggiunte alla dieta, siano in grado di ridurre il rischio cardiovascolare e neoplastico in una popolazione normale. Sono stati esaminati oltre 25.800 uomini e donne di età superiore a 50 anni, alla metà dei quali è stata prescritta una dose di 1 grammo di acidi omega 3 al giorno per oltre 5 anni.

Durante le visite si è registrata l’incidenza di malattie cardiovascolari (infarto, ictus) e di tumori (colon-retto, mammella e prostata) sia nei soggetti sottoposti alla terapia che in quelli che avevano una dieta normale e fungevano da gruppo di controllo. I risultati: non si è registrata tra i due gruppi nessuna differenza significativa per nessuna delle patologie prese in esame. La percentuale di infarti, ictus e anche del numero di interventi sulle coronarie è stata del tutto sovrapponibile nelle due popolazioni prese in esame. Si può concludere che, in una popolazione normale, non vi è alcuna logica nel proporre diete con alte dosi di acidi omega 3, che non riduce il rischio di avere malattie cardiovascolari e neppure quello di sviluppare un tumore.

Diverso è il discorso per coloro che hanno fattori di rischio. Tanto più che nello stesso numero del New England Journal è pubblicato uno studio effettuato questa volta su pazienti cardiopatici o diabetici e con trigliceridi alti. Nei 5 anni dello studio, la supplementazione della dieta con omega 3 ha portato a una riduzione pari al 4.8% di eventi vascolari (morte, infarto o ictus).

Redazione Nurse Times

Fonte: Il Messaggero

 

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