La presidente Casellati ha dichiarato inammissibile l’emendamento in materia proposto da due esponenti del M5S. Inevitabile la polemica in aula.
La presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, ha dichiarato inammissibile, tra gli altri, l’emendamento sulla liberalizzazione della cannabis light, proposta da Matteo Mantero e Francesco Mollame (M5S). Lo ha fatto “per estraneità alla materia”, durante la discussione sulla Legge di bilancio che si sta svolgendo in Parlamento. L’emendamento in questione modificava la tabella del testo unico delle leggi su stupefacenti e sostanze psicotrope, chiedendo di permettere l’uso di cannabis dal contenuto di Thc (tetraidrocannabinolo) inferiore allo 0,5%.
È durato poco, dunque, l’entusiasmo per l’approvazione della scorsa settimana, dopo un primo stop a inizio dicembre. Oltre a consentire l’uso della cannabis light “in forma essiccata, fresca, trinciata o pellettizzata ai fini industriali, commerciali ed energetici”, la proposta dei senatori pentastellati prevedeva una tassazione di 0,4 euro per grammo sul prodotto finito. In pratica, si voleva che quest’ultimo si potesse non solo coltivare (come già previsto dalla Legge 242/2016), ma anche vendere. La cannabis light è commercializzabile in Italia, ma con molti limiti e divieti. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, per esempio, ha vietato la vendita di olio, resina e inflorescenze derivanti dalla canapa. Al contempo si è invitato il legislatore a una riforma complessiva del settore.
Quando è stata dichiarata l’inammissibilità è scoppiata la polemica in aula. I due promotori dell’emendamento hanno chiesto a Casellati di dimostrare che la scelta non è frutto della “pressione della sua parte politica”. Dal canto suo il presidente ha spiegato che si tratta di “una decisione meramente tecnica”, invitando la maggioranza, se interessata, a presentare un disegno di legge. Mantero ha attaccato: “Questo emendamento, è bene precisarlo, non riguarda la droga, ma va ad incidere sugli agricoltori. Si fa danno soprattutto agli oltre 3mila operatori del settore, e quindi a 12mila famiglie”.
Soddisfatte le destre, da sempre contrarie al provvedimento. A chiedere il vaglio dell’ammissibilità è stata infatti la Lega di Matteo Salvini, che ha dichiarato guerra alla norma insieme a Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia.
Redazione Nurse Times
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