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Nursing Up: “No alla riduzione delle categorie. Politica paghi di più gli infermieri in prima linea contro il coronavirus”.

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Nursing Up: “No alla riduzione delle categorie. Politica paghi di più gli infermieri in prima linea contro il coronavirus”.
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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato a cura del sindacato, contenente le dichiarazioni del presidente De Palma.

Non ha prodotto alcun esito significativo l’ennesima seduta all’Aran della Commissione paritetica per la revisione del sistema di classificazione professionale del personale del comparto sanità, personale attualmente impegnato in prima linea nella lotta al coronavirus. Gli infermieri Nursing Up, presenti con una delegazione alla riunione, chiedono alla politica di ringraziare i professionisti sanitari, pagandoli di più, come sarebbe giusto fare, e contestualmente rilevano l’inefficacia della Commissione, che ancora una volta ha centrato la discussione sul metodo da seguire, non addivenendo a nessun accordo, né ad alcuna proposta fattuale.

“Bisogna che la Commissione si assuma le proprie responsabilità pragmaticamente, tirando fuori un documento concreto che, indipendentemente dal nome che gli si vorrà attribuire, abbia un valore sostanziale. La Commissione delinei una volta per tutte un diverso organigramma, dove collocare il personale che opera nella sanità. Gli infermieri e le altre professioni sanitarie non possono più aspettare, soprattutto in un momento delicato come questo, che li vede in prima linea fare fronte all’emergenza coronavirus”. Così il presidente Nursing Up, Antonio De Palma (foto), commenta la riunione della Commissione paritetica presso l’Aran.

Richiamato l’articolo 12 del Ccnl, punto 5, sul ruolo della Commissione paritetica, che formula proposte alle parti contrattuali, De Palma ha aggiunto: “È necessario definire una volta per tutte il metodo, lo chiediamo dalla prima riunione. Si tengano in considerazione i singoli apporti sindacali, le piattaforme già arrivate come quella del Nursing Up, con l’obiettivo di mettere insieme le proposte affini, se ce ne sono, per uniformare le posizioni di chi la pensa allo stesso modo e produrre un documento da proporre alle parti che, una volta valutato in Commissione, possa essere preso in considerazione in fase di rinnovo contrattuale, a prescindere dalle risorse stanziate”.

E ancora: “Se elaboriamo un documento per trasmetterlo al Comitato di settore, come proposto dall’Aran, affinché questo lo valuti in seconda battuta e ne faccia o meno tesoro, noi sbagliamo: il Comitato di settore è parte della Commissione; in questa sede deve lavorare, producendo con i sindacati e l’Aran un testo condiviso che poi, giocoforza, sarà anche oggetto delle direttive future, di fonte del Comitato stesso. Questo sarebbe coerente fare”. Il sindacato degli infermieri Nursing Up ha già chiesto nelle scorse riunioni di mettere subito in discussione le varie proposte di fonte sindacale e a trovare, per quanto possibile, un denominatore condivisibile con il Comitato di settore e l’Aran, partendo proprio dai lavori della Commissione.

“Ma se non fosse possibile – spiega il presidente Nursing Up – e la parte pubblica intendesse chiedere collaborazione per celare solo la volontà di tenere le biglie ferme, oppure, ancor peggio, volesse mantenere le ipotesi di riduzione delle categorie contrattuali, tema che abbiamo rigettato in toto e che è stato già proposto tempo fa dal Comitato di settore e da qualche altra organizzazione sindacale, allora sarebbe guerra aperta. Come sindacato, non comprendiamo come mai non tutte le posizioni delle organizzazioni sindacali sedute al tavolo della Commissione siano ancora state rese note”. Nursing Up ribadisce il suo no a qualsiasi ipotesi di riduzione delle categorie contrattuali degli infermieri e del personale sanitario. “La nostra piattaforma è sul tavolo – conclude De Palma –. Se ne discuta senza perdere ulteriore tempo”.

Redazione Nurse Times

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