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Eroi, angeli, (forse) professionisti: perché nessuno si era mai accorto prima dell’esistenza degli infermieri?

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Eroi, angeli, (forse) professionisti: perché nessuno si era mai accorto prima degli infermieri?
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EROI, ANGELI, (FORSE) PROFESSIONISTI.

Siamo eroi. No, invece siamo angeli. Anzi, siamo speciali perché facciamo un lavoro che non è per tutti.

Mai che qualcuno dica le cose come stanno: non siamo eroi, non siamo angeli, men che meno siamo speciali.

Siamo Professionisti, solo Professionisti. In questo tourbillon di lodi sprecate, di ringraziamenti esagerati, non si pone l’accento sul più importante tra i concetti: noi Infermieri siamo Professionisti. E badate bene, lo siamo sempre stati, prima ancora della tempesta.

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Perché adesso ci si accorge di noi? Beh, la risposta è facile: c’è un’emergenza, siamo dentro l’emergenza, Professionisti tra Professionisti.

La vera domanda è: perché non ci si è accorti prima di noi?

Provo a dare la risposta, sperando di trovare le giuste parole. Perché noi siamo quelli col sorriso, pronti a dare il giusto conforto, la parola dolce, come se tutto ciò rientrare in un Piano di Studi. Come se fosse essenziale il sorriso per essere un Infermiere, ancor più di una preparazione adeguata.

Ah, ne stavo dimenticando una, la più importante: l’umiltà.

L’Infermiere deve essere umile, prima di tutto. Ovviamente, questo mantra che ci viene inculcato da sempre rappresenta la base fragile della nostra credibilità professionale. Adesso, in questo preciso momento, potrei farvi una lista di Infermieri molto poco umili, ma che sono dei modelli nel loro lavoro. E hanno ragione a non essere umili, perché non è da quello che si misura la loro Professionalità.

Sapete di chi è la colpa se non esiste ancora un’adeguata credibilità sulla nostra Professione? Pensate un po’, la colpa è solo nostra, né più né meno. Perché se a noi dicono che prima di tutto siamo degli angeli, ci fa piacere (e umanamente, ci sta pure). Se ci dicono che siamo unici nel risolvere qualunque problema, anche e soprattutto quelli che potrebbero essere attribuiti ad altre figure, noi siamo felicissimi. Se ci fanno i complimenti perché sappiamo fare bene l’angolo del letto, ci viene da ridere. (A casa mia, il letto non lo rifaccio mai).

Presi da puro spirito francescano, anteponiamo l’angelicità alla professionalità, senza manco rendercene conto. Poi scoppiano le pandemie e cosa accade? Ci sale la voglia di essere Professionisti, e sale proprio a tutti.

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Siamo bellissimi in mascherina, tutti quanti, ma mi spiegate il motivo per cui occorre mostrarlo, ogni giorno? Per dire che ci siamo.
Ma ovvio che ci siamo, è il nostro lavoro, la nostra Professione, ce lo chiede la nostra identità professionale. In un mondo normale, non occorrerebbe dirlo nemmeno una volta.

La voglia di essere Professionisti la mostriamo soltanto adesso? C’è una pandemia, ok, ma siamo Professionisti anche in tempo di pace.
Perche ribadirlo adesso e non quando occorre battere i pugni per ottenere ciò che ci spetta di diritto? Perché non ribadirlo nelle piccole grandi lotte del quotidiano? Perché va bene così, figuriamoci se potrà mai cambiare qualcosa.

Il mio consiglio, assolutamente non richiesto ma ve lo do uguale, è di ridimensionare l’apparenza a favore della concretezza coerente, lineare, continua. Perché alla fine di tutto questo caos (a proposito, #restateacasa) saremo sempre lì.
Eroi, angeli, persone speciali, e basta!

Filippo Ingrosso

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