La tragedia è avvenuta per strada, mentre la vittima tentava di raggiungere a piedi un’ambulanza che avrebbe dovuto trasferirlo all’ospedale Santissima Trinità di Cagliari.
Ci sono i primi indagati per la morte di Carlo Lobina, il 65enne di Seui, positivo al Covid, deceduto sabato scorso mentre tentava di raggiungere a piedi un’ambulanza che lo avrebbe dovuto trasferire all’ospedale Santissima Trinità di Cagliari a seguito dell’aggravamento delle sue condizioni di salute. Il sostituto procuratore di Lanusei, Gualtiero Battisti, ha iscritto sul registro i quattro operatori del 118 che si erano occupati dell’intervento. Per tutti l’ipotesi di reato è omicidio colposo.
Il pm ha notificato agli indagati la facoltà di poter nominare un proprio consulente in vista dell’autopsia sul corpo della vittima, che sarà effettuata domani in una sala speciale, messa a disposizione dal Santissima Trinità, unico ospedale Covid di Cagliari. Anche la famiglia del 65enne ha indicato un proprio esperto, che parteciperà all’accertamento tecnico non ripetibile.
Sottoposti a un primo interrogatorio, i soccorittori del 118 hanno fornito al magistrato una versione non collimante con la ricostruzione dell’avvocato che difende i famigliari della vittima: nessuno avrebbe chiesto al paziente di raggiungere l’ambulanza a piedi (l’abitazione di Lobina è in una viuzza stretta e il mezzo non poteva passare): lo avrebbe deciso di sua iniziativa.
Gli stessi operatori avrebbero anche detto di non essersi accorti che l’uomo caduto a terra esanime a pochi metri dall’ambulanza fosse il paziente che avrebbero dovuto trasferire a Cagliari. Quando se ne sono resi conto, hanno tentato di rianimarlo con un messaggio cardiaco manuale, quindi senza defribillatore, ma per lui non c’era più nulla da fare.
Redazione Nurse Times
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