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Vaccini anti-Covid: tutto quello che c’è da sapere

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Pfizer annuncia l'efficacia di vaccino contro il Covid
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Arriva anche in Italia i vaccini anti-Covid. Parte anche la campagna di vaccinazione che ha come obiettivo ultimo il raggiungimento dell’immunità di gregge per il SARS-CoV2.

La campagna di vaccinazione partirà il 27 dicembre, vista l’approvazione da parte dell’EMA (European Medicines Agency) del primo vaccino anti COVID-19. 

Le cose da sapere sui vaccini anti-Covid

Il sito internet del ministero della Salute ha organizzato uno spazio con i dubbi, sotto forma di domanda e risposta, riguardanti il vaccino.

Alla domanda “i vaccini sono sicuri?“, il ministero della Salute risponde: “i vaccini vengono autorizzati solo dopo un’attenta valutazione del profilo di sicurezza in base agli studi effettuati nella fase di sperimentazione.
In ogni caso il profilo di sicurezza verrà continuamente monitorato anche dopo l’autorizzazione”.

Per quasi tutti i vaccini vicini all’autorizzazione al momento sono previste due dosi a distanza di qualche settimana in base al tipo di vaccino.

Al momento non è intenzione del Governo disporre l’obbligatorietà della vaccinazione. Tuttavia, nel corso della campagna, sarà valutato il tasso di adesione dei cittadini.

La campagna di vaccinazione proseguirà a fasi che dipenderanno dalla quantità di vaccini disponibili, dalle indicazioni delle autorizzazioni EMA (European Medicines Agency) per ogni nuovo vaccino e, in ogni caso, riguarderanno nell’ordine le classi di popolazione indicate nel Piano Strategico Vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19. Le indicazioni potranno essere aggiornate in base all’evolversi della pandemia e delle conoscenze provenienti dalla ricerca scientifica.e della disponibilità di vaccini.

A chi sarà destinato inizialmente il vaccino?

  • Operatori sanitari e sociosanitari. Gli operatori sanitari e sociosanitari “in prima linea”, sia pubblici che privati accreditati, hanno un rischio più elevato di essere esposti all’infezione da COVID-19 e di trasmetterla a pazienti suscettibili e vulnerabili in contesti sanitari e sociali. Inoltre, è riconosciuto che la vaccinazione degli operatori sanitari e sociosanitari in prima linea aiuterà a mantenere la resilienza del servizio sanitario. 
  • Residenti e personale dei presidi residenziali per anziani. Un’elevata percentuale di residenze sanitarie assistenziali (RSA) è stata gravemente colpita dal COVID-19. I residenti di tali strutture sono ad alto rischio di malattia grave, a causa dell’età avanzata, la presenza di molteplici comorbidità e la necessità di assistenza per alimentarsi e per le altre attività quotidiane. 
  • Persone di età avanzata. Un programma vaccinale basato sull’età è generalmente più facile da attuare e consente di ottenere una maggiore copertura vaccinale. È anche evidente che un programma basato sull’età aumenti la copertura anche nelle persone con fattori di rischio clinici, visto che la prevalenza di comorbidità aumenta con l’età. Pertanto, considerata l’elevata probabilità di sviluppare una malattia grave e il conseguente ricorso a ricoveri in terapia intensiva o sub-intensiva, questo gruppo di popolazione rappresenta una priorità per la vaccinazione. 
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