Il Vaticano si pronuncia favorevole e ammette un vaccino in cui durante il processo di ricerca e produzione si siano utilizzate cellule provenienti da tessuti ottenuti da aborti avvenuti nel secolo scorso.
Il Vaticano approva
Rimane salda la secolare fermezza contro l’aborto. Tuttavia il Vaticano è favorevole ad un vaccino contro il Covid-19 il cui processo abbia utilizzato delle cellule provenienti da feti umani abortiti.
La spinta dalle numerose richieste pervenute alla Congregazione per la Dottrina della Fede ha costretto il Vaticano a pronunciarsi in merito il 21 dicembre scorso.
Con la Nota sulla moralità dell’uso di alcuni vaccini anti-Covid-19 dovrebbe aver chiarito e dato esaurienti risposte.
La domanda era: è moralmente accettabile costruire, usare e farsi inoculare un vaccino i cui studi hanno utilizzato il frutto dell’aborto? E in particolar modo per un cristiano cattolico?
Delle cellule umane abortite di feti, uno del 1972 e l’altro del 1985 stanno infiammando gli animi, coinvolgendo anche la sfera religiosa.
Per la Congregazione in questi ultimi giorni c’è stato un rincorrersi di affermazioni e dichiarazioni mediatiche. Vescovi, Associazioni cattoliche ed Esperti, non hanno fatto altro che gettare ulteriori ombre di dubbio senza chiarire la questione. Occorreva far luce sui vaccini Covid-19 provenienti da tessuti umani abortiti.
Le notizie dell’uso di feti abortiti
Non era scontata nè lontanamente plausibile per i non addetti ai lavori, ma molte domande su di una possibilità del genere ha valicato ed ha pervaso la Santa Sede.
Tutto è nato dalla notizia apparsa su pubblicazioni scientifiche negli scorsi giorni. Il biologo molecolare olandese Alex van der Eb presso l’Univeristà di Leiden ha dichiarato:
nei laboratori di ricerca e delle industrie bioteconologiche vengono usate cellule eredi di quelle fetali riferibili agli aborti del 1972 e del 1985.
La nota della Santa Sede conferma che alcuni dei vaccini per debellare il Covid-19 sono stati prodotti grazie all’uso di queste cellule umane.
Il Vaticano già più volte si è espresso in materia circa questa possibilità di ricerca e processo di vaccini che utilizzino cellule provenienti da tessuti ottenuti da aborti.
I pronunciamenti già emanati:
- 2005 Pontificia Accademia per la Vita, Riflessioni morali circa i vaccini preparati a partire da cellule prevenienti da feti umani abortiti;
- 2008 Congregazione per la Dottrina della Fede, l’Istruzione Dignitas Personae;
- 2017 Pontificia Accademia per la Vita
La questione che emerge quindi è che non siano solo ipotetiche prese di posizioni. Se c’è un danno ci potrà essere la beffa, a meno che, rimane un danno morale ma giustificato.
Resta il fatto che nella ricerca per lo studio di alcuni vaccini vengono utilizzate anche cellule umane non più viventi (Charlotte Lozier Institute 2020 e OMS 2005).
Le posizioni senza giudicare i vaccini
Il Vaticano non prende posizione circa la sicurezza e l’efficacia dei vaccini contro il virus SARS-CoV-2, materia degli esperti e delle agenzie dei farmaci.
Ha voluto però con fermezza porre una riflessione sull’aspetto morale riferendosi a quei vaccini contro il Covid-19 “che sono stati sviluppati con linee cellulari provenienti da tessuti ottenuti da due feti abortiti non spontaneamente”.
Ha esposto in 5 punti la eventuale liceità per un bene superiore.
Pur non giustificando, la pratica dell’aborto e come in tal caso una legittimazione anche indiretta, è moralmente accettabile l’uso di vaccini che si sono serviti di queste cellule.
In pratica l’eccezione alla regola è data dal pericolo e dalla drammaticità dell’emergenza per la diffusione di un agente patogeno grave.
Si parla nella nota di cooperazione al male specie nelle imprese, che utilizzano linee cellulari di origine illecita con responsabilità differenti tra chi decide la politica di produzione e chi non ha nessun potere decisorio.
Continuando con le proprie posizioni mette in luce un aspetto che in questi ultimi giorni tiene banco nelle discussioni mediatiche.
Chi è favorevole e chi no, e chi indeciso vorrebbe avere maggiori informazioni.
La nota vaticana così conclude arrivando ad un punto nodale molto discusso.
“Nello stesso tempo, appare evidente alla ragione pratica che la vaccinazione non è, di norma, un obbligo morale e che, perciò, deve essere volontaria.
In ogni caso, dal punto di vista etico, la moralità della vaccinazione dipende non soltanto dal dovere di tutela della propria salute, ma anche da quello del perseguimento del bene comune.
Bene che, in assenza di altri mezzi per arrestare o anche solo per prevenire l’epidemia, può raccomandare la vaccinazione, specialmente a tutela dei più deboli ed esposti.
Coloro che, comunque, per motivi di coscienza, rifiutano i vaccini prodotti con linee cellulari procedenti da feti abortiti, devono adoperarsi per evitare, con altri mezzi profilattici e comportamenti idonei, di divenire veicoli di trasmissione dell’agente infettivo.
In modo particolare, essi devono evitare ogni rischio per la salute di coloro che non possono essere vaccinati per motivi clinici, o di altra natura, e che sono le persone più vulnerabili.“
Giovanni Trianni infermiere legale forense
Fonti:
- Ognibene F., Nota vaticana, Dottrina della Fede: vaccini “moralmente accettabili”, Avvenire.it, 21/12/ 2020;
- Congregazione per la Dottrina della Fede, Istruzione Dignitas Personae (8 dicembre 2008), n. 35; AAS (100), 884;
- Pontifica Accademia per la Vita, Riflessioni morali circa i vaccini preparati a partire da cellule provenienti da feti umani abortiti, 5 giugno 2005;
- Francesco, Discorso a volontari e amici del Banco Farmaceutico, 19 settembre 2020;
- Prentice D., COVID-19 Vaccine Candidates and Abortion-Derived Cell Lines, Charlotte Lozier Institute, 30/09/2020;
- Poleggi F. R., Panorama, Se dietro il Vaccino (anche del Covid) ci sono i feti, 2/12/2020;
- WHO informal consultation on the application of molecular methods to assure the quality, safety and efficacy of vaccines, WHO 7-8 aprile 2005;
- Covid-19 vaccine & fetal cell lines, Charlotte Lozier Institute, 14/12/2020
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