Dopo il caso dei 15 infermieri dell’ospedale San Martino di Genova contagiati dopo aver rifiutato il vaccino interviene l’Inail. “Devono essere considerati in malattia o dovranno essere considerati inidonei alla loro attività professionale?” domanda il direttore generale della struttura Salvatore Giuffrida all’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. L’Inail ha fatto però già sapere che il contagio non può essere considerato infortunio sul lavoro.
L’istruttoria dell’Inail sulla questione, spiega L. Salvia sul Corriere della Sera, è ancora agli inizi, ma una cosa è certa: il datore di lavoro non può chiedere ai propri dipendenti se si sono immunizzati e non può chiederlo nemmno al medico. L’avvocato Salvatore Di Pardo, che sta seguendo alcuni casi, ha spiegato che il Garante per la privacy si è detto “in attesa di una legge che valuti se porre la vaccinazione come requisito per lo svolgimento di determinate professioni”.
L’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano è oggi componente del consiglio d’amministrazione dell’Inail. Premette di parlare a titolo personale, ma non ha dubbi: «La soluzione migliore—spiega — sarebbe una legge sull’obbligo di vaccinazione, almeno per alcune categorie». Ma questa scelta, presa in considerazione dal precedente governo, è stata scartata per timore che fosse controproducente. «A mio giudizio — dice ancora Damiano —è logico che chi decide di non vaccinarsi e svolge una mansione a rischio poi non possa chiedere il riconoscimento dell’infortunio sul lavoro. Anzi, dovrebbe essere messo nelle condizioni di non essere un pericolo per sé e per gli altri, evitando il licenziamento, ma svolgendo mansioni che non hanno contatto con il pubblico».
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