Il mancato riconoscimento dal Consiglio di Stato della professionalità degli Operatori Socio Sanitari potrebbe costare molto caro ai pazienti da loro assistiti, ma anche agli indirettamente agli infermieri.
La respinta delle richieste del MIGEP, l’autoproclamata Federazione delle Professioni Sociosanitarie, che lascia gli OSS nel profilo tecnico come operatori di interesse sanitario, avrebbe spinto il presidente Minghetti a proclamare una sorta di stato di agitazione.
La motivazione addotta sarebbe quella relativa alla natura della legge 3/18, definita come “ricognitiva”.
Il MIGEP contesta poi diverse affermazioni esternate dalle principali istituzioni, di seguito elencate:
– la formazione è disomogenea- l’accordo Stato-Regioni del 2001 è obsoleto- la politica non riconosce il lavoro usurante – agli Oss non viene riconosciuta alcuna indennità economica post-Covid-19
“Oggi l’operatore sociosanitario, oltre a tutelare se stesso, deve tutelare il cittadino – ospite – paziente – utente.
Chi farà il giro letti?
Chi si occuperà dei bisogni prima del paziente?
La risposta a questi interrogativi è lapalissiana e non occorre nemmeno specificare chi si autocandiderebbe a sopperire a tali carenze.
Le richieste del MIGEP per evitare lo sciopero del giro letti sono molteplici.
Gli Oss richiedono:
– un registro nazionale obbligatorio – l’istituzione di un osservatorio nazionale permanente- la riapertura del tavolo tecnico nazionale- il riconoscimento del lavoro usurante – uno stipendio adeguato ed un contratto unico ovunque l’oss lavori- un miglioramento del percorso formativo ed un aggiornamento continuo – l’istituzione dell’area socio-sanitaria
Restiamo in attesa di ulteriori aggiornamenti sulla vicenda, certi che gli infermieri non si faranno trovare impreparati in caso di sciopero ad oltranza degli operatori sociosanitari.
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