Scoperta una nuova cellula del sistema immunitario. E’ stata identificata e descritta grazie a una stretta collaborazione tra gruppi di ricerca dell’Università di Brescia e della Washington University di Saint Louis (Missouri, Usa). Lo studio italo-americano, pubblicato sulla rivista Pnas, potrebbe comportare implicazioni nella lotta a tumori, infezioni e malattie autoimmuni.
L’osservazione nasce al microscopio. Silvia Lonardi e William Vermi, scienziati di UniBrescia, hanno notato una nuova popolazione immunitaria grazie alla presenza della proteina RORgt (Retinoid Orphan Receptor gamma t). Con il contributo di Marco Colonna e Marina Cella, ricercatori della Washington University, e di Alina Ulezko Antonova, studentessa di Medicina, è stato possibile definire la vera natura delle nuove cellule RORgt-positive. Si tratta di precursori di cellule dendritiche, queste ultime deputate all’organizzazione della risposta immunitaria nell’uomo.
Per gli autori “si apre a questo punto un nuovo filone di ricerca, che mira a identificare il ruolo di queste cellule in diverse condizioni in cui il nostro sistema immunitario è chiamato a fornire una risposta protettiva, ad esempio tumori e infezioni, o reagisce in modo anomalo, come nel caso delle malattie autoimmuni intestinali”.
“Abbiamo aperti due fronti di indagine che coinvolgono questa molecola – spiega Vermi -. Il primo si sta concentrando sulla caratterizzazione delle cellule dendritiche RORgt nelle malattie autoimmuni e nei tumori. La loro interazione con le altre cellule immunitarie, infatti, potrebbe rivelare importanti informazioni sulla loro funzione che è ancora per lo più ignota”.
Sempre Vermi: “Per quanto riguarda il secondo fronte di ricerca, emerso da una recentissima osservazione, ipotizziamo che lo spegnimento della funzione di RORgt possa compromettere severamente le capacità di sopravvivenza delle cellule di linfoma. Al momento disponiamo di diversi sistemi cellulari sperimentali che rappresentano i linfomi positivi a RORgt e che possiamo utilizzare per verificare la correttezza della nostra ipotesi”.
Gli studi coinvolgeranno diversi partner nazionali e internazionali, quali il gruppo di ricerca di Claudia Ghigna del Cnr di Pavia, quello di Arianna di Napoli dell’Università La Sapienza di Roma e quello di Colonna, della Washington University di Saint Louis, co-scopritore di queste cellule. Parte della progettualità ha ricevuto l’attenzione di Fondazione Valtrompia Cuore, associazione di promozione sociale senza scopo di lucro con sede a Gardone Val Trompia, Brescia.
Redazione Nurse Times
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