Il giudice monocratico Pasquale Cerrone, del Tribunale di Pistoia, ha emesso una sentenza di assoluzione con formula piena perchè il fatto non sussiste per l’infermiera Diletta Martini, 32 anni, e per il medico Paolo Mazzoni, 63 anni, entrambi di Prato. I due erano accusati di omicidio colposo in relazione alla morte dell’artista americana Joann Zinkand e per loro il pm Leonardo De Gaudio aveva chiesto condanne pesanti: nove mesi di reclusione per l’infermiera e sei mesi per il medico. La nipote di Joann, Selah Kaiser, che vive negli Stati Uniti, si era costituita parte civile
Cantante, pianista e chitarrista, Joann Zinkand viveva a Pistoia da diversi anni. Aveva 74 anni e morì all’alba del 27 luglio 2019 all’ospedale San Jacopo, dove era arrivata la sera prima in preda a un forte dolore toracico. Secondo la pubblica accusa, il decesso si sarebbe potuto evitare se la presa in carico a opera in Pronto soccorso fosse stata tempestiva e se la donna fosse stata monitorata.
In particolare, come sostenuto dal pm nella requisitoria del 9 gennaio scorso, si sarebbe evitata la disidratazione, causa di una tromboembolia fatale. Stando alla ricostruzione in aula dello stato di salute, l’artista accusava una pancreatite, che sarebbe stata immediatamente trattata. Poi sarebbe sopraggiunto un ictus e, infine, due arresti cardiaci, che non le avrebbero dato scampo.
Arresti cardiaci che però, a detta della difesa, non sarebbero stati prevedibili. Una tesi che probabilmente ha convinto il giudice, per il quale medico e infermiera non hanno colpe per la morte di Joann. Le motivazioni della sentenza saranno disponibili tra 90 giorni.
Redazione Nurse Times
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