In atresa di misure strutturali che risolvano il problema della carenza di medici il 1° marzo sono entrate in vigore due delibere dell’Enpam, ente di previdenza dei camici bianchi, che stabilisce la possibilità di maturare una pensione significativamente più alta per i medici e gli odontoiatri convenzionati e liberi professionisti che decideranno di andare in pensione dopo i 68 anni.
A spiegare le ragioni di questo provvedimento tampone, che vuole incentivare chi è vicino alla pensione a restare al lavoro più a lungo, è Alberto Oliveti, presidente dell’Enpam: “Siamo di fronte a un problema generato da anni di errata programmazione, che ha fatto entrare nel mondo del lavoro molti meno nuovi medici rispetto a quelli che sono andati e stanno andando in pensione”.
E ancora: “Il nostro ora è un provvedimento contingente, nell’attesa che diventino operative misure strutturali studiate dal governo per il ricambio professionale. Del resto in un’Italia che invecchia e che avrà sempre più bisogno di sanità e salute, prevenzione e qualità professionale, non possiamo rischiare che i cittadini rimangano senza medici”.
Un sistema di incentivazione per chi resta al lavoro esisteva già: i contributi Enpam versati dopo il 68esimo anno valevano il 20% in più. Per i periodi lavorati dopo il 1° marzo 2024 questo vantaggio sarà moltiplicato. Per i liberi professionisti che pagano la contribuzione piena l’aliquota di rendimento salirà dall’1,25 al 3,25%.
Per i convenzionati che pagano contributi più alti dei normali liberi professionistim le aliquote di rendimento passeranno dall’1,40 al 3,40% nel caso dei medici di famiglia e dal 2,1 al 4,1% nel caso degli specialisti ambulatoriali. I liberi professionisti potranno beneficiare di quest’incentivo fino all’età massima di 75 anni, mentre i convenzionati fino a 72 anni.
Va detto che l’impatto del nuovo sistema di incentivi cambia da persona a persona, in base alla media retributiva avuta nel corso della vita professionale. Tuttavia è possibile analizzare dei casi teorici: un libero professionista che ha avuto sempre un imponibile previdenziale equivalente a 50mila euro, lavorando un solo anno in più maturerà una pensione più alta di 1.625 euro annui. Allo stesso modo, se un ipotetico medico di famiglia che ha sempre avuto ricavi per 100mila euro deciderà di lavorare un anno in più, avrà una pensione più alta di 3.400 euro all’anno (cioè 283 euro al mese).
La speranza dell’Empam è che questo incentivo possa convincere un buon numero di medici a non chiudere il proprio studio professionale, guadagnando così il tempo necessario affinché altrettanti giovani medici possano completare la propria formazione, garantendo così il ricambio generazionale che serve per la tenuta del Servizio sanitario nazionale.
Redazione Nurse Times
Scopri come guadagnare pubblicando la tua tesi di laurea su NurseTimes
Il progetto NEXT si rinnova e diventa NEXT 2.0: pubblichiamo i questionari e le vostre tesi
Carica la tua tesi di laurea: tesi.nursetimes.org
Carica il tuo questionario: https://tesi.nursetimes.org/questionari
Lascia un commento