Ho appreso nelle scorse ore di un lutto che ha colpito il mondo accademico napoletano. È deceduto a 65 anni Luigi Califano, professore di Chirurgia maxillo facciale del dipartimento di Scienze neurologiche, riproduttive e odontostomatologiche dell’Università Federico II. È stato colto da malore sull’isola d’Ischia, nella sua villa a Panza.
Primario al Policlinico Federico II di Napoli, era stato candidato al rettorato della UniNa nelle ultime elezioni, perdendo la sfida con Matteo Lorito per pochissimi voti. Presidente della Società Italiana di Chirurgia Maxillo Facciale (Sicmf), Califano era un medico molto noto e stimato da colleghi e pazienti. Una carriera, la sua, costellata da grandi successi professionali.
Non lo conoscevo professionalmente, sebbene lavorassimo nella stessa azienda, eppure ho un ricordo molto personale che ha segnato in parte la mia scelta di intraprendere la professione infermieristica.
Diversi anni addietro mi fu diagnosticato un problema di salute non di poco conto, che avrebbe potuto essere impattante nella mia vita quotidiana. Data la mia giovane età avevo grossolanamente chiaro il problema, certamente già definito e preso in carico dai miei familiari.
Quando gli fu rivolto il caso clinico la sua sicurezza nell’organizzare le cure più appropriate fu evidente dal primo sguardo, lo stesso che concentrò durante la fase operatoria. Le cure risultarono ottimali e, dopo la fase riabilitativa di qualche mese, ripresi la mia vita di adolescente.
Da paziente ho potuto apprezzare l’immenso carisma di un uomo che ha saputo fare del suo lavoro lo strumento per creare benessere, come tanti fanno certamente. Ma Luigi Califano aveva una marcia in più, come dimostrava nei momenti chirurgici, fatti di inestimabile accuratezza.
L’avevo rivisto qualche settimana fa al bar dell’ospedale, seduto a un tavolino mentre chiacchierava con un collega e finiva il suo caffè. In quell’istante mi era passato in mente il flashback di quei mesi lontani e difficili, superati grazie a una macchina infallibile, organizzata da bravissimi professionisti.
Non posso che ringraziare per quel momento di cura e non posso che utilizzare la scrittura per tenere memoria di un uomo straordinario, dotato di straordinaria intelligenza e che ha svolto in modo ineguagliabile il suo umano lavoro di docente e medico.
Anna Arnone
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