Nello scorso fine settimana si è svolto a Roma l’undicesimo congresso nazionale ANIPIO, la importante società scientifica che si occupa del rischio infettivo, cui sono stato invitato, invito a cui ho risposto volentieri per l’importanza e per la preminenza soprattutto degli argomenti trattati.
Un congresso pieno di contenuti, di dati, che confermano la grande importanza che questi argomenti hanno negli esiti delle cure, per la salute dei nostri pazienti e per la sostenibilità stessa del nostro sistema salute.
Ancora una volta, seppure ce ne fosse bisogno, emerge la professionalità espressa degli infermieri e peculiarità della figura anche in questo ambito, possiamo affermare senza ombra di dubbio che nella prevenzione delle ICA (infezioni correlate all’assistenza) gli infermieri giocano un ruolo fondamentale.
Dagli interventi succedutosi in questo magnifico congresso emergono però alcune criticità su cui nel futuro prossimo si dovrà lavorare perché se è vero che il ruolo degli infermieri è fondamentale è altrettanto vero che fondamentale importanza riveste il tempo inteso come tempo di cura e di conseguenza la necessità di adeguato staffing per permettere ai professionisti di svolgere adeguatamente il proprio lavoro.
Non sfugge infatti ad esempio come anche solo banalmente, ma non troppo, il lavaggio delle mani praticato costantemente e diffusamente sia la primissima forma di prevenzione per tutti , ma in particolare modo per chi si occupa di assistenza, ma siamo poi così sicuri che le organizzazioni sanitarie favoriscano questa buona pratica, che i ritmi imposti ai professionisti dalla carenza di organici permetta di perdersi banalmente dietro questa pratica?
In ogni caso chiaramente non si tratta certamente solamente di questo, dietro il problema delle ICA c’è molto di più ed i dati che emergono da questo congresso sono allarmanti ed in più ad aggravare il quadro ci sono lo sviluppo di ceppi antibiotico resistenti che rendono particolarmente difficile trattare i pazienti esposti a questi ceppi che si annidano nei nostri ospedali e case di cura.
Durante il congresso è emerso che il problema non è affatto confinato ad alcuni setting di cura, ma è un fenomeno generalizzato che riguarda ogni aspetto del sistema salute e da cui non sono immuni nemmeno i territori e i setting di assistenza domiciliare per questo motivo non possiamo permetterci di rimanere inerti o indifferenti difronte a questo scenario.
La necessità quindi di avere molti più infermieri specialisti del rischio infettivo, ma non solo anche quella di avere staffing adeguati e di non trascurare nessun setting di cura emerge come una necessità strategica non solo per le aziende sanitarie, ma per l’intero sistema salute questo è stato gridato a chiare lettere in questo congresso.
A conclusione di queste giornate ho portato con me oltre una mole di dati,comunque necessari ad inquadrare il problema, la coscienza di quanto noi infermieri possiamo fare per i nostri pazienti e non solo anche per le persone sane, la coscienza che ci sia molta strada da fare però e che anche in questo dovremo essere noi il motore del cambiamento perché se non noi chi?
Molto interessante la formula di questo congresso diviso in due sezioni plenarie zeppe di interventi uno più interessante dell’altro e di numerose sezioni satellite che avrebbero meritato di essere seguite tutte se fosse stato possibile dividersi in tante parti. Una menzione particolare la voglio fare per il laboratorio didattico un laboratorio in cui abbiamo potuto apprendere alcune tecniche di fare informazione e formazione su questi argomenti non solo ai nostri colleghi perché credo che sia valido ed opportuno utilizzarle per fare informazione sia ai cittadini che ai bambini quindi molto utile e pregnante,
Per concludere vorrei ringraziare i colleghi della ANIPIO per il grande lavoro che stanno facendo e che sta dando lustro alla nostra intera professione ed anche ringraziarli per il gentile invito che mi ha permesso di conoscere più a fondo il loro lavoro e di conoscere molti validi e motivati professionisti
Vi lascio permettendomi di coniare uno slogan con l’idea che possa spronare tutti ad approcciarsi a questi temi e a non trascurare nulla per evitare sia le ICA che le antibiotico resistenze che sono due temi strettamente legati tra loro anche se ciascuno segue le sue dinamiche.
Infezioni ospedaliere combatterle è conoscerle combattere questa guerra è un obbligo deontologico questa è una guerra che solo noi infermieri possiamo combattere
Angelo De Angelis
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