E’ diventata ormai consuetudine consolidata leggere o vedere notizie concernenti la mala sanità che hanno come protagonisti millantati infermieri.
Come Collegio IPASVI di Rimini ci siamo francamente stancati di vederci nuovamente chiamati in causa, nel momento in cui veniva riportata l’ennesima notizia, anche dalle principali testate giornalistiche televisive, che indicava l’attore principale della mancata dolosa somministrazione di vaccini in una infermiera (VEDI).
Questa costumanza ormai troppo frequente, cioè quella di stigmatizzare una professione sanitaria, trasformandola in una sorta di parafulmine per ogni nequizia avvenga in ambito sanitario è palesemente una distorsione tipica di questi tempi, caratterizzati da approssimazione e confusione frettolosa.
Quando la colpa è nostra ce la prendiamo, ma quando non lo è il messaggio che è destinato a filtrare nei confronti dei lettori e telespettatori è un meccanismo non solo di distorsione, ma di vero e proprio vilipendio di una intera categoria.
Noi tutti veniamo esposti di fatto ingiustamente al pubblico ludibrio e il messaggio negativo che viene trasmesso ci colpisce pienamente e quando non abbiamo nulla a che fare, il risentimento e altrettanto forte quanto la vergogna in caso di esplicita implicazione.
Abbiamo scritto alla redazione giornalistica della RAI attraverso la loro pagina Facebook, non ottenendo al momento alcuna risposta, evidentemente la nostra professione non merita attenzione quando non è colpevole di qualche cosa, la buona sanità non fa notizia, ma noi non ci stiamo né a farci carico di colpe di altri, né tantomeno di accettare un atteggiamento sprezzante di questo tipo.
Vulnerant omnes, ultima necat tutte feriscono, l’ultima uccide), o se preferite sarà l’ultima goccia a far traboccare un vaso già colmo per quanto capiente, si tratta di un ridicolo e assai poco intelligente gioco che vuole ridicolizzarci agli occhi di tutti, noi francamente ne abbiamo abbastanza.
Dario Porcaro
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