Dopo otto anni di battaglia legale, la Corte Suprema di Cassazione ha emesso una sentenza storica che riconosce il diritto al buono pasto per tutti i dipendenti della ASL che svolgono turni superiori alle sei ore. Questo verdetto è stato accolto con gioia dal Nursind, il sindacato infermieristico che ha guidato questa lunga lotta.
La sentenza rappresenta un importante riconoscimento per il duro lavoro svolto da tutti i dipendenti della ASL, che spesso affrontano turni estenuanti per garantire la salute dei cittadini. Il buono pasto, sebbene possa sembrare un incentivo di modesto valore economico, simboleggia un gesto di apprezzamento nei confronti di coloro che lavorano instancabilmente nel settore della salute pubblica.
Tuttavia, questa vittoria potrebbe comportare una significativa sfida economica per la ASL, dato che il Nursind ha annunciato l’intenzione di richiedere gli arretrati per tutti i dipendenti interessati dalla sentenza. Maurizio Di Giosia, direttore generale della ASL, ha dichiarato che l’azienda dovrà esaminare attentamente la sentenza prima di prendere una decisione definitiva.
È probabile che la ASL possa opporsi alla sentenza, sostenendo che l’obbligo di fornire il buono pasto avrebbe un impatto economico troppo pesante. Tuttavia, questa sentenza costituisce un precedente significativo che potrebbe aprire la strada a richieste simili da parte di altri dipendenti pubblici che lavorano in condizioni simili.
Il segretario Nursind Teramo, Maurizio De Zolt, ha espresso la sua soddisfazione per il riconoscimento di questo diritto dopo otto anni di lotta. Ha annunciato che ora inizieranno tavoli di discussione con i dirigenti della ASL per negoziare l’applicazione della sentenza e il recupero degli arretrati. Questa sentenza rappresenta un passo importante verso la tutela dei diritti dei lavoratori nella ASL e potrebbe avere un impatto significativo sul benessere dei dipendenti che svolgono turni lunghi e impegnativi.
Redazione NurseTimes
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