Donne, ma non solo. L’assessore alla Sanita della Liguria, Sonia Viale: “Vogliamo far emergere i casi sommersi”.
Secondo l’Organizzazionemondiale della sanità, la violenza contro le donne è un problema di salute di proporzioni globali enormi, e l’abuso fisico e sessuale è un problema sanitario che colpisce oltre il 35% delle donne in tutto il mondo. Cosa ben più grave: a infliggere la violenza è nel 30% dei casi un partner intimo. Nel 2018 sono stati trattati presso i pronto soccorso della provincia di Modena, per violenza di genere nelle relazioni di intimità, più di 800 casi, con diversi livelli di gravità. In particolare, il Policlinico di Modena è il punto di accesso provinciale per problematiche legate alla violenza sessuale, che ha consentito di assistere 14 casi nel 2018.
Nel periodo compreso tra il 2015 e il 1° semestre 2019 sono stati 116 i pazienti che si sono rivolti ai pronto soccorso presenti sul territorio della Asl 1 Imperiese e monitorati dall’autorità giudiziaria come possibili vittime di violenza. Secondo i dati forniti da Alisa, l’Agenzia che coordina il lavoro delle Asl liguri, i pazienti considerati avrebbero effettuato 879 accessi nel periodo in esame. E tutti per cause riconducibili a eventi traumatici.
Le singole persone si sono presentate più volte al pronto soccorso e, al momento di ogni accesso, hanno riferito agli operatori sanitari di “cadute” o “incidenti domestici”, oppure di episodi di violenza da parte di soggetti imprecisati. Il dato comprende donne, minori e categorie vulnerabili, ed è emerso grazie all’applicazione di un Protocollo per la prevenzione e il contrasto della violenza nei confronti di soggetti vulnerabili, firmato l’8 marzo 2018 tra Regione Liguria, prefettura di Genova e Procura della Repubblica.
“L’obiettivo di questo Protocollo è fare emergere i casi sommersi – spiega l’assessore regionale alla Sanità e alle politiche sociali, Sonia Viale –. Cadute e incidenti domestici, per esempio, sono le scuse più frequenti raccontate dalle donne vittime di violenza che si presentano all’ospedale piene di lividi, di ferite. Così abbiamo deciso di prendere di petto la situazione e i primi dati che sono arrivati ci dicono che stiamo centrando l’obiettivo”. I risultati arrivano proprio in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne (oggi, 25 novembre).
“In Asl 1 abbiamo messo in campo diverse iniziative per fare formazione tra i giovanissimi e prevenire il fenomeno – continua la Viale –: incontri di formazione e sensibilizzazione rivolte alle classi terze delle scuole medie inferiori e superiori, in collaborazione con le forze dell’ordine e il Centro antiviolenza provinciale, oltre a un percorso sanitario ad hoc di presa in carico per la persona che ha subito violenza, che parte dal pronto soccorso e continua con un nucleo operativo multidisciplinare composto da operatori socio sanitari”.
Secondo le ultime stime, sono sempre di più le donne che si rivolgono al Centro antiviolenza per chiedere aiuto: nel 2019, fino a oggi, sono state più di 95. Per lo più si tratta di donne italiane, con figli. La forma di violenza prevalente è quella psicologica, seguita da quella fisica ed economica. L’autore è il partner o ex partner nella quasi totalità dei casi. “Vorrei rassicurare le donne vittime di violenza – conclude l’assessore –, raccomandando di chiamare sempre l’112 per andare al Pronto soccorso o di recarsi ai centri anti violenza. Lì potrete essere accolte, ascoltate e venire a contatto con persone competenti, che vi accompagneranno nel percorso per uscire dal tunnel”.
Redazione Nurse Times
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