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Venezia. La Cisl lancia l’allarme “infermieri e oss pagati troppo poco. Ne mancano 1800”

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Burnout, ne soffre la metà di medici e infermieri
Exhausted doctor in medical mask and cap having headache sitting on floor in hospital corridor. Tired and stressed surgeon resting on floor in hall suffering from migraine
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Cisl: “La Regione deve intervenire per sostenere il reddito. I più anziani vanno in pensione e non vengono sostituiti”

La Cisl Venezia ha lanciato un allarme riguardo alla situazione degli operatori socio sanitari e degli infermieri in Italia. Secondo il sindacato, questi professionisti sono più anziani rispetto alla media italiana e vengono sottopagati rispetto ai loro colleghi stranieri, il che sta portando a un esodo di personale dalla professione. Nella provincia di Venezia, ad esempio, mancano circa 1.200 infermieri e 600 operatori socio sanitari. L’età media degli operatori sanitari è di 49 anni, mentre nel Veneto è di 53 anni.

L’anno scorso, cinque infermieri anziani di un ospedale a Mestre hanno lasciato il lavoro, probabilmente attratti da migliori condizioni salariali altrove. La professione infermieristica è in crisi, con poche persone che desiderano intraprenderla, sia italiane che straniere. La Cisl Venezia chiede quindi alla Regione di aumentare gli stipendi per risolvere il problema.

Gli operatori socio sanitari e gli infermieri italiani guadagnano meno dei loro colleghi europei, secondo il sindacato. Per essere competitivi, è necessario adeguare i loro stipendi.

Ad esempio, un infermiere italiano del settore pubblico guadagna in media 28.000 euro lordi all’anno, mentre in Lussemburgo la retribuzione media lorda per un infermiere è di 82.030 euro, in Germania è di 54.154 euro e in Francia è di 39.787 euro.

Queste differenze salariali rendono più allettante per gli oss e gli infermieri stranieri trasferirsi altrove anziché lavorare in Italia. La Cisl Venezia sottolinea anche il rischio di reclutare personale dall’estero, poiché potrebbe comportare un esborso energetico significativo per la formazione, senza garanzie che rimangano in Italia a causa dei salari più alti offerti da altri paesi europei.

Secondo la Corte dei Conti, in Italia mancano 65.000 infermieri, e in media ogni operatore si occupa di 12 assistiti quando il numero ideale sarebbe sei. Per risolvere il problema, la Cisl ritiene che sia necessario investire nei servizi socio-sanitari e aumentare gli stipendi degli infermieri e degli operatori socio-sanitari per renderli più competitivi a livello europeo.

Inoltre, si evidenzia che i lavori nel settore sanitario spesso richiedono orari di lavoro scomodi, come il sabato sera o nei fine settimana, con un servizio continuo 365 giorni all’anno. Queste condizioni di lavoro non attraggono i giovani, che preferiscono altre professioni con condizioni più favorevoli. Pertanto, l’aumento degli stipendi potrebbe contribuire a rendere le professioni di infermiere e operatore socio-sanitario più attraenti per i giovani.

Redazione NurseTimes

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