Approvato un disegno di legge che mira a superare i problemi sollevati dallo Stato. Il dibattito in aula.
Non “un’indennità di attrattività”, ma “un’indennità sanitaria temporanea” per medici e infermieri assunti dall’Usl della Valle d’Aosta. Con i 18 voti favorevoli della maggioranza e l’astensione della minoranza il Consiglio regionale ha approvato un disegno di legge che mira a superare i problemi sollevati dallo Stato sull’indennità di attrattività regionale (800 euro lordi mensili per i medici e 350 euro lordi mensili per gli infermieri), prevista con la Legge di stabilità regionale e poi impugnata davanti alla Corte Costituzionale.
“La proposta attuale – ha spiegato in aula il vicepresidente della Quinta Commissione, Claudio Restano – discende dal confronto con lo Stato proprio per superare le criticità oggetto di contenzioso e si differenzia non solo nella definizione ma anche per la finalità. Il disegno di legge individua, infatti, misure organizzative urgenti e temporanee per il triennio 2022-2024, che consentono di fronteggiare gli impatti della pandemia da Covid-19 nel passaggio dallo stato di emergenza alla fase successiva, sopperendo alla carenza di personale sanitario indispensabile ad assicurare le prestazioni sanitarie e le attività previste dai livelli essenziali di assistenza”.
Così, invece, l’assessore regionale alla Sanità, Roberto Barmasse: “La legge va approvata così com’è per evitare altre impugnative. Questo provvedimento riguarda 1.000 famiglie che, in caso di una nuova impugnativa, dovrebbero restituire tutto”.
Critiche le opposizioni. “Riteniamo corretto assegnare questi incrementi stipendiali a medici e infermieri, ma non basta: in sanità si lavora in equipe e occorre dare a tutto il personale sanitario il giusto compenso”, ha detto dai banchi di Forza Italia il consigliere Mauro Baccega.
“La norma sull’indennità di attrattività regionale nasceva in via sperimentale, oggi l’indennità diventa temporanea, senza quindi una prospettiva, e non ha più la finalità dell’attrattività – ha affermato Stefano Aggravi, vicecapogruppo della Lega -. Per dare attrattività ad un settore in sofferenza non servono norme temporanee, ci dovrebbe essere una visione che vada al di là del triennio, inserendola all’interno del Piano sociosanitario attualmente all’esame della Quinta Commissione, cosa che invece non c’è”.
Sul punto, Marco Carrel, capogruppo di Pour l’Autonomie, ha rincarato la dose: “Se il Piano sanitario non prevede risorse per le politiche di attrattività- dice-, vista la situazione della nostra sanità, diventa un libro dei sogni”.
Ed Erika Guichardaz, capogruppo del Progetto Civico Progressista, ha aggiunto: “Tutte le professioni contribuiscono a mantenere i livelli essenziali e aver limitato questa norma alla dirigenza medica e al personale infermieristico è una scelta politica che non abbiamo mai condiviso e che aumenta la conflittualità. Premiare due categorie rispetto a tutto il panorama è ingiusto”.
Insieme alla legge è stato anche approvato un ordine del giorno proposto dalla maggioranza che impegna il governo regionale, decorsi i termini per eventuali impugnative al disegno di legge, a presentare un nuovo disegno di legge che “preveda l’ampliamento della platea dei beneficiari dell’indennità sanitaria alla dirigenza sanitaria non medica, alle professioni sanitarie e ai part-time”, sia con “l’utilizzo delle eventuali economie registrate dall’azienda Usl nell’ambito dell’erogazione dei riconoscimenti economici di cui al disegno di legge” sia attraverso “l’eventuale stanziamento di ulteriori risorse a bilancio regionale”.
Sono stati invece respinti due emendamenti proposti da Forza Italia e l’ordine del giorno firmato dalla minoranza che chiedeva di reperire le risorse per ampliare la norma a tutto il restante personale sanitario, sociosanitario e tecnico-riabilitativo.
Redazione Nurse Times
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