Le richieste dell’Ordine interprovinciale al Governo e alla Fnopi.
Sottoporre all’attenzione del Governo e della Federazione nazionale le problematiche relative all’applicazione della normativa in tema di obbligo vaccinale del personale sanitario, che pone in capo agli Ordini la verifica dell’aderenza alla norma e le azioni conseguenti. Con questo obiettivo l’Opi Firenze-Pistoia, guidato dal presidente David Nucci (foto), ha inviato una lettera al neo-presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al ministro della Salute, Orazio Schillaci, e alla presidente della Fnopi, Barbara Mangicavalli, per sottoporre loro una serie di istanze alla luce della fine dell’emergenza pandemica.
In particolare si chiede ai destinatari di rivalutare il mantenimento dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario, in una condizione post-pandemica – quella attuale – nella quale l’obiettivo perseguito è il controllo efficace dell’endemia. Ma anche di ripensare il sistema di controllo dell’obbligo vaccinale, esonerando l’Ordine da tale compito e riportando la relativa gestione ai Dipartimenti di Prevenzione, come previsto nell’impianto normativo iniziale, o attribuendola ad altro soggetto. Infine si chiede di rivedere la normativa relativa alla gestione dell’obbligo vaccinale, adeguandola alla situazione attuale, ben diversa da quella esistente al momento in cui fu introdotta.
A oggi, infatti, gli Ordini portano avanti il controllo quotidiano della piattaforma DGC, l’eventuale contestazione all’iscritto riguardo la sua posizione, la gestione delle risposte degli iscritti. E ancora la sospensione, in caso di inottemperanza all’obbligo, e la gestione di un eventuale contenzioso. “Un iter – spiegano da Opi Fi-Pt – che ha creato e crea all’Ordine una serie di criticità, a partire dal notevole impegno del personale amministrativo, con aumento dei relativi costi, e con l’aumento del rischio di contenzioso tra l’Ordine e i suoi iscritti, a discapito dell’immagine dell’Ordine. Sono inoltre emerse difficoltà nella gestione delle diverse casistiche, con rischio di assunzione di responsabilità, che vanno al di là del mandato ordinistico. Un processo che ha determinato influenze negative sulla gestione dell’Ordine. portando gli iscritti a boicottare l’ente e impedendone il regolare funzionamento”.
E ancora: “Alla luce di tutto ciò si rende necessario ripensare il perdurare dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario, che risulta per certi versi penalizzato rispetto ad altre professioni. L’Ordine non è il soggetto più idoneo a svolgere il ruolo di controllore del rispetto dell’obbligo vaccinale, non avendo l’organizzazione, le competenze, le disponibilità per svolgere tale ruolo. La gestione dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario posta in capo ai Dipartimenti di Prevenzione avrebbe invece anche l’obiettivo strategico, considerando l’ormai cronica carenza di personale infermieristico nel nostro Paese, di gestire al meglio le risorse, con possibilità di reintroduzione nei contesti lavorativi dei soggetti non vaccinati, laddove la loro attività lavorativa sia valutata di basso o nullo rischio nei confronti del target di assisiti. Allocazione che, di concerto con i datori di lavoro, non è possibile effettuare con l’attuale impianto normativo. In tal modo sarebbe possibile anche gestire, e in parte certamente arginare, il notevole problema sociale creato dalle sospensioni dei sanitari”.
Redazione Nurse Times
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