Le rassicurazioni nel noto immunmologo americano, presente a Firenze, in occasione del Congresso dei medici internisti ospedalieri di Fadoi.
L’efficacia del vaccino anti-Covid aumenta con la terza dose, e la protezione contro le varianti con il richiamo cresce fino a 44 volte. Mentre l’Italia comincia le somministrazioni della dose booster ai primi gruppi selezionati di popolazione, la sua utilità, almeno per anziani e fragili, non sembra messa in discussione. Lo si evince anche dai dati esposti dall’immunologo e consigliere scientifico della Casa Bianca, Anthony Fauci, presente al Congresso di Firenze dei medici internisti ospedalieri di Fadoi, dove ha ricevuto il premio Internal Medicine Research Award 2021 (foto), esprimendo “rispetto e gratitudine ai medici della Fadoi per la dedizione verso i pazienti durante la pandemia e per la loro competenza, semplicemente fantastica”.
“A 15 giorni dalla somministrazione della terza dose di Moderna rispetto a più varianti possiamo vedere un aumento della protezione di 23 volte contro la mutazione D614G (la prima rilevante rispetto al ceppo originario di Wuhan, ndr), di 32 volte rispetto alla mutazione B.1.351 (detta sudafricana, ndr) e di 44 volte rispetto alla mutazione P.1 (detta brasiliana, ndr). Dati simili a quelli rilevati per il booster Pfizer e indistintamente in giovani e anziani, nei quali si sono avuti drastici aumenti dei livelli anticorpali e della protezione relativamente alle forme gravi di malattia e alle infezioni”.
Fauci ha ricordato quindi l’importanza della protezione vaccinale, specie alla luce dell’impatto della variante Delta di SARS-CoV-2, la cui trasmissibilità “è molto più efficiente delle altre varianti e la carica virale nelle vie aeree superiori delle persone infette è fino a mille volte superiore rispetto ad altre varianti come la Alfa”. Negli Stati Uniti “questo ha comportato un calo di efficacia dei vaccini contro forme gravi di malattia, con conseguenti ricoveri, che è dal 91 all’81% per Moderna e dall’85 al 75% per Pfizer”.
Quanto alla terza dose, è anche sulla base dei numeri citati da Fauci che, come ricordato dallo stesso immunologo, la Fda americana ha recentemente autorizzato la dose di richiamo del vaccino Pfizer per le persone di età pari o superiore a 65 anni e per quelle dai 18 anni in su con alto rischio di sviluppare una forma grave di infezione da SARS-CoV-2, o ancora per persone esposte al rischio.
Fauci ha poi voluto rassicurare “le persone preoccupate che siano passati solo 11 mesi dal sequenziamento del virus al momento delle prime somministrazioni”, spiegando che “la velocità e l’efficienza con la quale sono stati sviluppati questi vaccini, in grado di salvare milioni di vite, sono dovute a uno straordinario sforzo multidisciplinare, che ha coinvolto la scienza preclinica e clinica di base, messo in atto fuori dai riflettori per decenni, prima della pandemia di Covid-19”.
Redazione Nurse Times
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