Home Cittadino Prevenzione Vaccini anti – cancro: parte in Germania la sperimentazione sull’uomo
Prevenzione

Vaccini anti – cancro: parte in Germania la sperimentazione sull’uomo

Condividi
Condividi

Prosegue lo studio condotto dal team di Ugur Sahin della Johannes Gutenberg University di Mainz (Germania).

Il gruppo di ricercatori tedeschi  ha messo a punto un vaccino terapeutico (utile quindi nella vaccinoterapia ma non nella vaccinoprofilassi) sperimentandolo con successo su tre pazienti affetti da melanoma in uno stadio avanzato.

Il passo successivo è la sperimentazione su un numero maggiore di pazienti e di tumori.

Come riportato sulla rivista scientifica “Nature” (Systemic RNA delivery to dendritic cells exploits antiviral defence for cancer immunotherapy – Doi: 10.1038/nature18300), alla base della scoperta c’è la capacità del vaccino di stimolare, già a basse dosi, una potente risposta immunitaria mirata contro il tumore, rappresentando così un passo in avanti verso un vaccino universale per l’immunoterapia anti-cancro.

IL VACCINO A RNA

Come spiega uno dei pionieri dell’immunoncologia Michele Maio, direttore del reparto di Immunoterapia oncologica dell’Ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena e presidente di Nibit (Network Italiano per la Bioterapia dei Tumori), “i vaccini a Rna sono un’evoluzione di quelli a Dna, ed entrambi rappresentano una potenziale strategia di cura anti-tumorale. Il primo è più “semplice” da mettere a punto, perché in questo caso non si usano virus inattivati su cui caricare le sequenze di Dna che devono raggiungere le cellule del sistema immunitario e incorporarle. Il vantaggio dell’Rna è che può essere trasportato da una capsula lipidica e una volta raggiunta la cellula bersaglio viene tradotta nella proteina specifica. Inoltre da un punto di vista tecnico, si possono usare anche più Rna contemporaneamente, che vengono poi tradotte in proteine diverse a seconda del tipo di tumore”.

LA SPERIMENTAZIONE

La sperimentazione è iniziata con la somministrazione endovenosa del vaccino nei topi e successivo esame delle cellule dendritiche (cellule del sistema immunitario).

Innanzitutto va detto che il ‘vaccino’ tedesco in corso di sperimentazione non è il primo ad essere testato contro un tumore. Questo si presenta come una ‘capsula’ fatta di nanoparticelle in cui sono inserite le ‘istruzioni genetiche’ per scatenare la risposta immunitaria mirata, una molecola di Rna. Iniettata per via endovena, la capsula raggiunge milza, linfonodi e midollo osseo, dove viene ‘intercettata’ dalle cellule immunitarie, le cellule dendritiche. Una volta al loro interno la capsula rilascia le istruzioni genetiche, l’Rna, per avviare una risposta immunitaria contro il tumore. Le cellule dendritiche traducono l’Rna in una proteina tumorale – l’antigene tumorale – che scatena la reazione immune.

Nei risultati preliminari di un Trial di fase I del vaccino, gli scienziati mostrano che tre pazienti con melanoma trattati con un basso dosaggio del prodotto hanno sperimentato una forte risposta delle cellule T antigene-specifiche e di Ifnalfa.

Ebbene, i ricercatori concludono che, dal momento che praticamente qualsiasi antigene a base proteica ​​può essere codificato da Rna, il vaccino a nanoparticelle “potenzialmente può qualificarsi come un vaccino universale per l’immunoterapia del cancro”.

LO STUDIO E’ PRELIMINARE, PER CUI OTTIMISMO MA “PRUDENZA”

Come commenta Michele Maio, “questo studio è certamente un passo avanti ma va chiarito che dire “universale” non significa che è stato identificato un vaccino, e quindi una proteina, che funziona su tutti i tipi di tumore, ma si riferisce alla metodica: poiché il contenuto a Rna può essere modificato a piacimento a seconda del tumore da combattere – conclusione alla quale giungono anche gli autori dello studio tedesco – questa tecnica ha le potenzialità per funzionare in modo universale contro il cancro”. 

L’importante risultato ottenuto dai ricercatori tedeschi non può che essere incoraggiante, bisogna però ricordarsi che si tratta comunque di uno studio preliminare che per ora ha coinvolto solo tre pazienti. Gli stessi autori invitano alla prudenza e spiegano che bisognerà prima di tutto sperimentare il vaccino su un campione più ampio e successivamente, dopo il 2017, si inizierà la sperimentazione su altri tipi di tumori.

Nicoletta Fontanile

FONTI

www.nature.com

Condividi

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *