Interpellato dall’agenzia Dire, il presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica commenta il sensazionale annuncio del colosso farmaceutico statunitense.
“Più che un press release ci attendevamo da Moderna dei dati scientifici“. Così Saverio Cinieri, presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), interpellato dalla’agenzia Dire in merito ai primi vaccini personalizzati a mRna in grado di curare alcuni tipi di cancro, di malattie cardiovascolari e autoimmuni, che secondo l’azienda statunitense Moderna potrebbero arrivare entro il 2030.
“Moderna – spiega Cinieri – era nata con l’obiettivo di occuparsi di cure contro il cancro, poi ha cambiato il suo indirizzo di ricerca a causa della pandemia. Ma la tecnica con cui è stato messo a punto il vaccino contro il Covid deriva direttamente da quel filone di ricerca clinica. Quindi noi, così come la comunità scientifica internazionale, ci aspettavamo che l’azienda, dopo la commercializzazione dell’anti-Covid, avrebbe ricominciato a fare ricerca e sviluppo nel campo dei vaccini contro il cancro”.
Per il presidente Aiom si tratterà sicuramente di una “svolta importante” nella cura e nella strategia contro il cancro, ma “come spesso accade, il press release non ci dà informazioni diverse rispetto a quelle che già abbiamo”. O meglio, “dal documento emergono alcuni dati preliminari sui vaccini contro il cancro alla mammella e in altri tipi di neoplasie, ma questi dati non sono ancora stati pubblicati tutti per esteso, per cui attendiamo prima di commentare”. E sulla data presunta di messa in commercio, cioè entro il 2030: “Ben venga, però non sappiamo quando accadrà con precisione. Potrebbe capitare prima oppure dopo”.
In merito alle tipologie di tumore contro le quali i vaccini potrebbero essere efficaci e ai primi dati a disposizione, Cinieri risponde ancora alla Dire: “I primi dati saranno sicuramente verso quelle neoplasie in cui il sistema immune è molto importante e ben manifesto, come nel tumore alla mammella, nel mieloma e nel melanoma, perché si presuppone che in questi casi la vaccinazione possa funzionare. Ma sono deduzioni sulla base di un principio di azione di base, non posso essere più preciso perché davvero non ci sono dati”.
Secondo il presidente Aiom, insomma, servono molta cautela e attenzione: “Credo che scopriremo solo nei prossimi mesi quello che sta succedendo. Vedremo, per esempio, cosa annunceranno a giugno a Chicago in occasione del Congresso annuale di ASCO (American Society of Clinical Oncology). Ho già dato un’occhiata al programma, ma gli abstract saranno svelati solo a ridosso dell’evento”.
Ma per dare un’accelerazione allo sviluppo dei vaccini contro il cancro avevamo bisogno di una pandemia? “In realtà non è così – spiega infine Cinieri alla Dire -. La linea di ricerca e sviluppo di Moderna, con le tecniche di vaccini ad mRna, era già stata messa a punto per la cura del cancro. Quindi il Covid, se vogliamo, ha rallentato questo sviluppo. Essendoci una pandemia importante in atto, infatti, tutta la ricerca e lo sviluppo dell’azienda hanno virato sul vaccino anti-Covid, ma i ricercatori non si sono mai fermati”.
Redazione Nurse Times
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