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Vaccinazioni dell’adulto: i dati sull’impatto fiscale

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Vaccinazioni dell’adulto: i dati sull’impatto fiscale
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Secondo un calcolo effettuato da Altems, ogni euro investito ne restituisce 2,5 in termini di gettito fiscale e 20 in termini di risparmi previdenziali.

Le vaccinazioni non hanno solo un impatto sulla nostra salute in termini di prevenzione di malattie infettive, ma possono essere oggetto anche di una valutazione economica ai fini della sostenibilità. Ogni euro investito in vaccinazioni ne restituisce mediamente 2,5 in termini di gettito fiscale e 20 in termini di risparmi previdenziali. È quanto calcola Altems, Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari, che martedì 7 maggio ha promosso a Roma il convegno “Vaccinarsi consapevolmente… 50+”.

“Abbiamo implementato un modello di simulazione – afferma Matteo Ruggeri, economista sanitario e docente dell’Università Cattolica – per stimare quale fosse l’impatto fiscale di politiche vaccinali riguardanti l’influenza, lo pneumococco e l’Herpes Zoster. Utilizzando dati di letteratura e stime Inps e Istat, abbiamo considerato le variabili demografiche, regionali e cliniche, per mettere in relazione le giornate di lavoro perse nelle varie regioni italiane con il numero di infetti”.

Al convegno, che ha riunito medici, economisti, rappresentanti del ministero della Salute, dell’Economia e finanze e dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, sono stati illustrati i risultati delle “vaccinazioni dell’adulto” (antinfluenzale, antipneumococcica e contro l’herpes zoster). L’obiettivo è rivolgere a questi strumenti di prevenzione uno sguardo rivolto all’impatto fiscale. In tutti e tre i casi, sia l’impatto fiscale che le perdite di produttività sono inferiori al Sud rispetto al Nord, ma comunque più elevate rispetto alle regioni del Centro.

A livello generico, al Nord il recupero di gettito fiscale ammonta a 2,62 euro, mentre al Centro e al Sud è di poco inferiore ai 2,4. Il risparmio previdenziale per ogni euro investito in vaccinazione ammonta invece a circa 22 euro al Nord, mentre al Sud e al Centro è di poco inferiore ai 19 euro.

Nello specifico, la vaccinazione antinfluenzale consente un maggior recupero sia di gettito che di risparmi previdenziali in senso aggregato, con 240 milioni al Nord, 110 al Sud e 100 al Centro. La vaccinazione antipneumococco, invece, è quella che restituisce un maggior gettito fiscale procapite, con cifre intorno ai 4 euro al Nord e 3,5 al Centro e al Sud. La vaccinazione anti herpes zoster, infine, permette il maggior recupero di costi previdenziali procapite: quasi 26 euro al Nord e poco meno dei 25 al Centro e al Sud.

Il risultato è stato raggiunto dall’effetto combinato della composizione della popolazione per età e dei redditi procapite, incrociando questo dato con un’altra variabile di notevole importanza: il tasso di assenteismo. Questo risulta più alto al Sud, e la composizione degli occupati per settore produttivo, secondo recenti evidenze, indica che nel settore pubblico si registra quasi il 25% di assenze in più al lavoro rispetto al settore privato.

La sostenibilità del Ssn ha bisogno di adottare l’approccio dell’Hta (Health Technology Assesment) e della valutazione economica, per assicurarsi che ogni tecnologia utilizzata dal sistema sanitario sia in grado di generare “valore” per il singolo e per la popolazione. “La prevenzione– ha concluso Americo Cicchetti, direttore dell’Altems – rappresenta un’opzione costo-efficace per quelle patologie che sono appunto prevenibili. Su queste basi abbiamo iniziato un programma di ricerca sul tema della vaccinazione in età adulta, perché riteniamo che ci sia un grande valore clinico ed economico dietro la promozione della vaccinazione negli adulti”.

Redazione Nurse Times

Fonte: Dire

 

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