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Unità di terapia intensiva neonatale: storie di microcosmi

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Unità di terapia intensiva neonatale: storie di microcosmi 2
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Le terapie intensive neonatali possono essere considerate dei veri “microcosmi” all’interno delle strutture ospedaliere.

Molte sono le ricerche che si susseguono in questo campo per capire cosa possa far stare meglio, in questi contesti, le piccole creature emerse prematuramente dal grembo materno.

Due ricerche a cui hanno fatto seguito degli esperimenti unici, ci ricordano quanto fragili siano questi nascituri e quanto a volte bastino piccoli accorgimenti per farli stare meglio.

La prima ricerca è stata condotta negli  Stati Uniti, alla Washington University e l’altra in Danimarca. Nel primo caso i ricercatori hanno dimostrato che questi bambini vanno stimolati gradualmente, poichè la luce ed il suono troppo elevati possono costituire dei problemi per la loro crescita.

Si è visto per contro, come la voce della mamma, sia che canti sia che legga loro una storia, è una di quelle interazioni uditive positive per lo sviluppo linguistico dei bambini stessi.

Lo studio ha dimostrato infatti, che i bambini prematuri vengono sottoposti a suoni che possono arrivare fino a 87 decibel, mentre l’Associazione dei Pediatri Americani sostiene che non si dovrebbero superare i 45 decibel.

E’ stato possibile riscontrare in questi bambini difficoltà nello sviluppo delle capacità linguistiche durante la crescita.

Proprio per questo i genitori giocano un ruolo fondamentale in quello che è lo sviluppo linguistico dei propri bambini.

L’altro studio ha delle solide fondamenta scientifiche, sebbene abbia dei risvolti assai teneri. Ma partiamo dalla storia che si dipana in seguito alla ricerca.

In Danimarca esiste un gruppo di persone, che fanno parte di un movimento chiamato “Spruttgruppen” che, dal febbraio 2013, incoraggia gli amanti dell’uncinetto a creare piccoli polipi di cotone (The Danish Octo Project) per i bambini prematuri.

Le ricerche sono giunte alla conclusione che i piccoli tentacoli del polipo, ricordando ai piccoli nascituri il cordone ombelicale e il grembo materno, riescano a farli sentire al sicuro.

Questo gruppo, nella sola Danimarca, ha distribuito centinaia di questi piccoli polipi in cotone ai 16 Reparti di Terapia intensiva neonatale del Paese. L’iniziativa, ben presto, ha valicato i confini della Danimarca coinvolgendo altri volontari da una parte all’altra del mondo, dalla Turchia agli Stati Uniti.

Il gruppo di volontari danesi, a tutti coloro che ne hanno fatto richiesta, ha dato le indicazioni per realizzare queste piccole creazioni, l’unica condizione a cui è stato chiesto di sottostare era quella di non utilizzare questi piccoli polipi per fini di lucro.

Da un punto di vista meramente scientifico i nascituri hanno avuto outcomes migliori a seguito dell’introduzione di questi polipi di cotone, la frequenza cardiaca si è regolarizzata così come la frequenza respiratoria e la saturazione dell’ossigeno è migliorata. Per finire si sono mostrati più tranquilli.

I polipi sono stati realizzati in cotone per poterli sterilizzare, prima di consegnarli ai nascituri.

E’ sorprendente come semplici accorgimenti possano aiutare così tanto questi prematuri a stare meglio. Basta prestare attenzione ai più piccoli particolari che compongono questo microcosmo, che è l’ambiente neonatale, che per le sue peculiarità continuerà di certo ad essere oggetto di studio.

Rosaria Palermo

Fonti

www.spruttegruppen.dk

www.eurekalert.org

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