Per ogni caso di malasanità di cui sentiamo parlare per fortuna c’è sempre qualcuno che ci ricorda come lavorare al servizio degli altri ci arricchisce.
E’ da messinese, mi sento di riportare l’esperienza fatta dal dott. Massimo Florio pediatra infettivologo nei piccoli villaggi sperduti del Guatemale (aldeas). “I bambini, qui da noi ridono e giocano con le bolle di sapone – afferma – e pensavo che questa regola fosse uguale in ogni luogo, invce no, i bambini mi guardavano scioccati chiedendosi se fossi un vero medico o un giullare di corte “, nelle aldeas si muore ancora per un raffreddore o per una spina.
“Il vero problema – aggiunge ancora – è quello di raggiungere un medico. Le emergenze sono le stesse aldeas: fuori dalla città c’è la giungla. E lì non vuole andarci nessuno. Va soltanto un infermiere due volte a settimana per misurare e pesare i bambini in una baracca di lamiera”.
Da quando il medico ha conosciuto quella realtà non può fare a meno di tornarci due volte l’anno grazie all’associazione Rekko. Ogni mattina parte alle 6 per raggiungere i piccoli villaggi per poi tornare alla base operativa dell’associazione che si trova ad Antigua.
Il problema maggiore è la malnutrizione ma piuttosto per le usanze alimentari che impongono un grande uso di mais. L’aspettativa di vita è inferiore ai 60 anni e nonostante ciò le medicine hanno un costo alto (di livello europeo) e gli ospedali sono quasi tutti privati. Quest’anno insieme al medico messinese è partita anche la moglie Maria Teresa Bonina.
L’associazione Rekko Guatemala nasce per operare nelle comunità rurali e urbane cercando di combattere la difficoltà di accesso ai servizi medici in particolare per donne e bambini. Il fondatore è Giancarlo Noris.
Mina Cucinotta
Fonte: www.gazzettadelsud.it
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