Duecento fischietti sono stati distribuiti tra gli operatori sanitari, come previsto dal progetto sperimentale volto a gestire gli episodi di violenza proteggendo i professionisti esposti a questo rischio
Per un periodo sperimentale di sei mesi, il personale in servizio presso i Pronto Soccorso di San Donà di Piave, Portogruaro e Jesolo; della Psichiatria, del Servizio per le Dipendenze, Centro di Salute Mentale e del Consultorio Familiare di San Donà di Piave e di Portogruaro riceverà il fischietto anti-aggressione.
Oltre alla fornitura di questo strumento, il personale riceverà anche le relative indicazioni sulle modalità di impiego da utilizzare in relazione alla tipologia di pericolo da segnalare.
“Premesso che la violenza non è mai in nessun modo giustificata e tollerata – spiega il direttore generale, Carlo Bramezza – l’azienda sanitaria è il datore di lavoro e come tale deve essere responsabile della sicurezza del proprio personale, pertanto stiamo prendendo in carico questa realtà e predisponendo varie iniziative.
Il fischietto verrà utilizzato dall’operatore in caso di pericolo per richiamare l’attenzione dei colleghi o di altre persone che possono così accorrere in aiuto, allo stesso tempo può favorire nell’aggressore la consapevolezza di essere in una situazione limite e che la “vittima” non è sola”.
Gli ideatori del progetto spiegano come, in ambienti maggiormente critici, il fischietto potrà essere appeso al collo grazie ad un laccetto personalizzato.
In caso di emergenza potrà essere utilizzato il dispositivo di sganciamento rapido di sicurezza per renderlo immediatamente utilizzabile dell’operatore in difficoltà.
“Le aggressioni aumentano e rispetto al passato il personale è molto più attento nel segnalare i vari casi – ha aggiunto la dottoressa Carolina Prevaldi, che ha coordinato il progetto per la sicurezza del personale -. Il tutto s’inserisce nel quadro del rischio clinico, perché l’operatore offeso verbalmente o fisicamente diventa un pericolo per tutti gli altri pazienti, che curerà in condizioni psicofisiche non più di serenità“.
L’Ulss4 si è dimostrata particolarmente sensibile al problema sicurezza di infermieri, medici e altri operatori sanitari. Le raccomandazioni redatte dal Ministero della Salute sono state immediatamente recepite con la realizzazione di sistemi di allarme e dispositivi di sicurezza.
La responsabile del Centro Ricerca e Formazione di Padova (CEREF) Piera Poletti, è certa che l’utilizzo del fischietto possa essere una soluzione ottimale per richiamare l’attenzione dei colleghi in caso di situazioni di aggressione.
L’innovativa proposta è stata presentata nella sede centrale di piazza De Gasperi, a San Donà di Piave, alla presenza del direttore generale Carlo Bramezza, della dottoressa Poletti, dei primari e dei coordinatori infermieristici coinvolti nel progetto.
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