CHE COS’E’” L’EFFETTO SPETTATORE?”
Un uomo viene selvaggiamente picchiato dinanzi alla folla, nessuno si muove, al massimo riprende con il cellulare, ma nessuno fisicamente interviene.
Casi del genere, dove una persona non viene soccorsa, mentre viene rapinata, aggredita, insultata purtroppo accadono spesso, ogni volta la causa di questa passività,viene attribuita alla “decadenza sociale” in cui viviamo. Ma è davvero così?
Perché tutti assistono ad un evento grave e nessuno interviene?
Nella notte del 13 Marzo 1964, in America, una giovane donna Kitty Genovese , dopo aver chiuso il suo bar, si dirige verso la sua abitazione, purtroppo in prossimità del portone di casa incontra un uomo che la pugnala alle spalle. Qualcuno assiste alla scena e urla dalla finestra, l’uomo scappa, ma dopo pochi minuti, constatato che nessuno aveva soccorso la vittima, ritorna. Kitty viene stuprata, derubata e uccisa.
Un aggressione che dura più di 30 minuti, in un luogo pubblico. Nonostante i giornalisti dell’epoca ingigantirono l’episodio, comunque almeno dieci persone avevano assistito al delitto e nessuno aveva chiamato la polizia o fisicamente era intervenuto per mettere in salvo Kitty.
Questo tragico episodio contribuì a istituire il 911, numero telefonico per le emergenze in America, attivo dal 1968.
Tra lo sgomento generale per il barbaro delitto, anche all’epoca, come episodi di violenza accaduti oggi, si attribuì l’immobilismo della gente al degrado sociale e alla perdita di valori tipica della società contemporanea, indifferente alle sofferenze altrui.
Questa spiegazione per la psicologia sociale èinsoddisfacente.
Dalla tragica morte di Kitty Genovese, sono iniziati numerosi studi ed esperimenti sociali volti a spiegare questa apatia sociale.
Il principio cardine di questi studi è non porre l’accento sulle caratteristiche dei singoli individui, per spiegare un mancato soccorso, ma focalizzarsi sulle relazioni creatisi in quel momento tra gli “ spettatori”.
Perché durante l’aggressione di Kitty, o comunque in altre episodi violenti nessuno è intervenuto?
Secondo gli studiosi, la causa è da attribuire al cosiddetto “effetto spettatore” ossia la situazione in cui gli individui non offrono alcun aiuto a una vittima in presenza di altre persone, con una relazione inversamente proporzionale tra il numero di persone e la possibilità di soccorso, tale per cui maggiore è il numero di spettatori, minore è la probabilità che qualcuno agisca.
Ciò avviene per innumerevoli fattor,i i più rilevanti sono:• “L’ ignoranza pluralistica infragruppo” ovvero una situazione in cui i membri di un gruppo casuale,credono che gli altri componenti siano più informati e preparati ad intervenire e quindi restano immobili per apparire conformi al gruppo, senza pensare che in quel modo nessun interverrà.• I’essere in gruppo diminuisce il senso di responsabilità, una sorta di deindividuazione, dove le persone presenti in un gruppo non si muovono, non agiscono, in modo da restare in una sorta di anonimato che le porterà a non avere responsabilità sulla questione.
In svariati esperimenti si è notato come le persone da sole intervenivano prima e in modo più deciso di quando si trovavano in gruppo.
Un dato curioso, emerso negli esperimenti sociali è che maggiore è la possibilità di comunicazione tra gli spettatori maggiore è la possibilità del fenomeno del non intervento”, questo secondo i ricercatori avviene perché l’impossibilità di comunicazione aumenta il grado di responsabilità individuale.
Ricerche recenti hanno dimostrato come l’effetto spettatore diminuisce quando ci troviamo difronte a situazioni gravissime o quando gli spettatori sono molto competenti.
Gli studi indicano anche innumerevoli varianti, per diminuire la sindrome dello spettatore come l’eccitazione difronte ad una minaccia, che spesso fa intervenire lo spettatore senza pensare alle conseguenze, oppure, l’opposto è la scelta razionale ovvero la decisione del soggetto di intervenire in base al costo personale percepito nell’aiutare la vittima.
La scoperta più fruttuosa per arginare questo fenomeno di apatia sociale è che l’effetto spettatore viene diminuito con la consapevolezza del fenomeno.
Rendere noto questo meccanismo modifica la percezione comune, portando più persone ad agire in situazione di emergenza.
Bisogna attraverso la propagazione di questi fenomeni modificare la percezione degli individui.
Il comportamento umano è una somma di innumerevoli sfaccettature, attraverso la conoscenza di molti meccanismi psicologici e la divulgazione degli stessi si deve cercare di superare quelle barriere che permettono di abbandonare uomini e donne nelle mani dei loro aguzzini.
Valeria Pischetola
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