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Tumori al cervello e telefonini, per studio inglese non c’è relazione

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Tumori al cervello e telefonini, per uno studio inglese non c'è relazione
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La ricerca, condotta per numerosi anni dall’Università di Oxford, evidenzia la mancanza di un’associaciazione. Ma non mancano lecritiche ai risultati.

Da uno studio dell’Università di Oxford, pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute, emerge che non esiste alcuna evidenza scientifica di un’associazione fra l’uso dei telefonini e l’insorgenza del cancro al cervello. La ricerca ha analizzato i dati dello UK Million Women Study, che ha coinvolto 1,3 milioni di donne nate fra il 1935 e il 1950 attraverso lo UK National Health Service (NHS) Breast Screening Programme, un programma di screening mammografico del servizio sanitario britannico.

Ben 776mila donne fra i 50 e i 65 anni hanno risposto nel 2001 ad alcune domande sull’impiego del cellulare. Dieci anni dopo hanno risposto alle stesse domande, rivelando che nella maggior parte dei casi (75%), le donne fra i 60 e i 64 anni utilizzava un telefono cellulare, mentre poco meno della metà di quelle fra i 75 e i 79 anni lo faceva.

Le donne sono state seguite in media per 14 anni, durante i quali 3.268 (0,42%) hanno sviluppato un tumore al cervello. Tuttavia lo studio non ha evidenziato differenze statistiche significative tra chi aveva usato il telefono e chi non lo aveva fatto. Nessuna differenza è emersa neanche tra le donne che hanno riferito di utilizzare un telefono cellulare quotidianamente, quelle che lo avevano utilizzato per almeno 20 minuti a settimana e quelle che lo avevano usato per oltre dieci anni.

I risultati, tuttavia, sono stati oggetto di critiche da parte dell’Environmental Health Trust (EHT), che hanno evidenziato come lo studio sia basato su dati relativi a un decennio fa, quando l’uso del cellulare era molto meno diffuso. Inoltre, sempre secondo gli esperti dell’ETH, esistono numerosi studi condotti sia sull’uomo che sugli animali che invece evidenziano un’associazione tra radiazioni emesse dal cellulare e possibilità di insorgenza del cancro cerebrale.

La replica degli autori a tali critiche non si è fatta attendere: “Una probabile spiegazione dei precedenti risultati positivi risiede nel fatto che per un tumore a crescita molto lenta potrebbe esserci stato un bias di rilevamento del tumore, visto che gli utilizzatori del telefono cellulare, consapevoli dei sintomi tipici del neurinoma acustico, come i problemi di udito monolaterale, si rivolgono al medico prima di coloro che non li utilizzano. La totalità delle prove ottenute nell’uomo attraverso studi osservazionali, con valutazioni di tendenze temporali e di test biologici, suggerisce un aumento scarso o nullo del rischio di sviluppare un tumore al cervello negli utilizzatori di telefoni cellulari”.

Joachim Schüz, direttore della sezione ambiente e radiazioni dello IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) e primo firmatario dello studio, ha inoltre dichiarato: “Le tecnologie mobili migliorano continuamente e le ultime generazioni emettono una potenza di radiazioni in uscita sostanzialmente inferiore. Tuttavia, data la mancanza di evidenze su coloro che fanno un uso prolungato del cellulare e secondo un principio di massima precauzione, è doveroso consigliare agli utilizzatori della telefonia mobile di ridurre le esposizioni non necessarie”.

Redazione Nurse Times

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