Il tumore del colon-retto è dovuto alla proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa che riveste questo organo. Si distinguono generalmente in tumori del colon vero e proprio e in tumori del retto, ovvero dell’ultimo tratto dell’intestino, in quanto possono manifestarsi con modalità e frequenze diverse: rispettivamente 70 per cento e 30 per cento circa. Inoltre la sede precisa del tumore lungo il colon e nel retto può corrispondere a caratteristiche molecolari diverse e può condizionare la scelta del tipo di chirurgia, talora di radioterapia e di cure offerte al paziente.
Adesso, un gruppo di ricercatori ha scoperto che il microbiota intestinale e la morte delle cellule intestinali causate dalla chemioterapia possono contribuire a migliorare la risposta immunitaria dei pazienti con questo tumore.
I risultati, pubblicati su Nature Medicine, potrebbero aiutare a capire perché solo alcuni soggetti rispondono bene al trattamento antitumorale.
La somministrazione di oxaliplatino, che innesca la morte programmata delle cellule nella parte terminale dell’intestino (ileo) rimane l’unico trattamento per il tumore del colon. Tuttavia, la prognosi del carcinoma del colon dipende anche dall’attivazione delle cellule immunitarie infiltranti il tumore, tra cui le cellule T helper follicolari (TFH), che possono essere influenzate dal microbiota intestinale.
Nello studio, sia nei topi sia nei pazienti con carcinoma del colon, il trattamento con oxaliplatino è risultato più efficace con la morte programmata delle cellule della parte terminale dell’intestino. Inoltre, la prognosi risulta migliore se il microbiota ileale è ricco di batteri come Bacteroides fragilis o Erysipeloclostridium ramosum.
I risultati della ricerca mostrano l’importanza dell’ileo e del suo microbiota nella risposta al trattamento antitumorale. Inoltre, i dati ottenuti potrebbero favorire anche lo sviluppo di nuove terapie, a base per esempio di specie batteriche in grado di innescare una risposta immunitaria contro gli antigeni tumorali o di molecole che inducono la morte programmata delle cellule dell’ileo.
(Fonti: https://microbioma.it/, https://www.nature.com/, https://www.airc.it/)
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