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Treviso, fa discutere la figura del medico di famiglia a pagamento

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Coronavirus, no del Senato ai ristori per le famiglie dei medici morti: sconforto tra i camici bianchi
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Negativo il commento dei consiglieri regionali Francesca Zottis, Anna Maria Bigon, Andrea Zanoni (Pd) e Cristina Guarda (Europa Verde).

“L’avvento della figura del medico di famiglia a pagamento, che ha fatto la sua comparsa nel Trevigiano su iniziativa privata, disegna una grave deriva, proprio nel momento di maggiore crisi economica che investe anche la società veneta”. Così i consiglieri regionali Francesca Zottis, Anna Maria Bigon e Andrea Zanoni (Pd) commentano la nascita in alcune aree della provincia della rete di centri privati che fornisce medici a pagamento, già impegnati come sostituti di medici di famiglia, per svolgere visite generaliste.

“La sanità come bene comune – aggiungono – sta diventando sempre di più un bene per pochi. Se passa l’idea che i cittadini sono costretti a pagare il ticket per avere accesso alle prestazioni del medico di famiglia, questo sistema, che doveva essere gratuito ed universalistico, salterà definitivamente, complice l’inerzia della Regione. Da anni, infatti, si chiede un tavolo pianificatorio e organizzativo con le rappresentanze sindacali dei medici, col risultato che oggi ci ritroviamo di fronte a soluzioni che, nel pieno di una stagione segnata da inflazione, caro bollette e difficoltà di ogni tipo, gridano vendetta”.

Sulla stessa scia il commento del consigliere regionale Cristina Guarda (Europa Verde): “Mancano medici di base, e invece di risolvere la questione alla radice, ossia rendendo appetibile e praticabile la professione nella nostra regione, in Veneto si decide di offrire cliniche private a pagamento. Dopo la privatizzazione ospedaliera e ambulatoriale, siamo giunti alla privatizzazione dei servizi essenziali. Ci imporranno presto anche un’assicurazione privata?”.

Redazione Nurse Times

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