Il report sull’attività 2020 del CNT evidenziano solo un lieve calo di interventi di fronte all’emergenza Covid. Preoccupa, invece, l’aumento dei no alla donazione.
“In questi duri mesi di pandemia il nostro Centro Nazionale Trapianti non ha mai smesso la sua fondamentale attività al servizio della salute dei cittadini. Nonostante le difficoltà di questo periodo, la Rete trapiantologica ha assicurato ai pazienti una continuità assistenziale di altissimo livello. Lo dimostra anche il primo trapianto europeo di polmone su un paziente colpito da Covid-19, che è stato realizzato nel nostro Paese lo scorso maggio. Un intervento che ha messo ancora una volta in risalto le nostre eccellenze mediche e scientifiche, che sono motivo d’orgoglio per il nostro Paese. La cultura della donazione va sempre più diffusa e la sua promozione è un impegno fondamentale per il ministero della Salute, a tutela dei pazienti più fragili”.
Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, in merito al report sull’attività 2020 del Centro Nazionale Trapianti, che illustra le cifre dell’attività di donazione e trapianto di organi, tessuti e cellule nell’anno della pandemia. I dati complessivi dimostrano una sostanziale tenuta della rete trapiantologica davanti all’onda d’urto dell’emergenza sanitaria. Il 2020 ha riportato un calo delle donazioni che si è tradotto in una speculare riduzione dei trapianti. Sono stati 3.441 gli interventi eseguiti nel 2020, 373 in meno rispetto al 2019.
Va segnalato, inoltre, che il 2020 è stato anche un anno di successi per la trapiantologia italiana. Sono stati realizzati infatti il primo trapianto italiano di utero (in agosto, a Catania), il primo trapianto di polmoni su un paziente Covid in Europa (a maggio al Policlinico di Milano) e i primi trapianti al mondo di fegato da donatori a pazienti positivi al coronavirus (finora otto).
Raggiunto anche il più alto numero di trapianti di midollo da donatore non consanguineo mai realizzato nel nostro Paese, ben 875 (+1,9%) e di donazioni effettuate, ben 288 (+1,4%). Vi è invece preoccupazione per l’aumento delle opposizioni alla donazione raccolte al rinnovo delle carte d’identità: ha detto no alla donazione il 33,6% dei cittadini dichiaranti, la percentuale più alta di sempre (erano il 32,5% nel 2019). A registrare il diniego sono soprattutto gli over 60.
Redazione Nurse Times
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